Porto vecchio stile Amburgo Italia Nostra vara il masterplan

Aggiornato il lavoro svolto nel 2013, frutto dell’ascolto di tecnici e professionisti Per la riqualificazione una spesa di 3 miliardi di euro e cinque anni di lavori
Lasorte Trieste 07/07/18 - Via del Sale, Italia Nostra, Presentazione Master Plan Porto Vecchio,
Lasorte Trieste 07/07/18 - Via del Sale, Italia Nostra, Presentazione Master Plan Porto Vecchio,



Un ritorno al futuro per il Porto vecchio di Trieste, cioè a quel 1860 in cui si sperimentavano nuove tecnologie e materiali costruttivi, così come oggi dovrà coniugare cultura e scienza assieme a progettazioni ecocompatibili.

Questa la filosofia dietro al masterplan presentato ieri mattina nella sede di “Italia Nostra”, associazione di salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali, il quale si concentra su un’impostazione scientifica, culturale e turistica, con un fulcro sui giovani. Ispirato al modello del porto di Amburgo, esso si propone come uno strumento direttorio proposto alle istituzioni, volto a accelerare l’iter di riqualificazione e a offrire un percorso condiviso dalla società civile e da associazioni attive nel distretto storico portuale. Si tratta di un aggiornamento del masterplan del 2013, grazie al quale fu assegnato un fondo ministeriale da 50 milioni, che tiene conto degli sviluppi più recenti del contesto normativo, istituzionale ed economico-finanziario, ed è stato sviluppato attraverso incontri tecnici pubblici e incontri settimanali di approfondimento con professionisti ed esperti, membri dell’amministrazione comunale e con la sezione di Italia Nostra di Bolzano. Secondo quanto previsto dal masterplan, per i lavori sarà necessaria una spesa massima di 3 miliardi di euro e una tempistica di 5 anni, se si lavorasse contemporaneamente su più lotti, all’interno della quale uno degli interventi prioritari sarà la realizzazione del centro congressi in vista di Esof 2020. Il piano prevede poi che nella fase realizzativa i progettisti vengano affiancati da un team di giovani professionisti, i quali quindi lavoreranno e abiteranno nel nuovo distretto storico portuale, mentre per il futuro due magazzini verrebbero destinati all’Harbour college, una foresteria per gli studenti universitari. Per garantire la vitalità ventiquattr’ore su ventiquattro dell'area, sono stati pensati degli spazi dedicati alla creazione di attività commerciali, appartamenti per artisti e professionisti, un mercato del pesce e punti di ristoro. E ancora, aree pedonali e verdi, una pista ciclabile e un percorso ferro-tramviario per una mobilità sostenibile tra i magazzini.

In merito a ciò, l’assessore al Bilancio Giorgio Rossi ha dichiarato: «Sarà necessario azzeccare l’intervento per non trasformare il porto in un cattedrale nel deserto». «Progetti precisi che da domani saremmo pronti a realizzare», ha dichiarato Antonella Caroli, presidente di Italia Nostra Trieste, definita dall’assessore Rossi la «sacerdotessa del tempio del Porto vecchio», per l’impegno e la passione sempre dimostrati nei confronti di questa tematica. «Non si arriva dall'esterno della città con un piano – ha aggiunto Caroli, riferendosi ai progetti della precedente amministrazione -, ma, come è stato fatto, serve una consultazione costante coi professionisti locali». Un piano che, come precisa sempre la presidente di Italia Nostra, potrà essere modificato per adattarsi alle esigenze degli investitori e che, nel rispetto della dividente demaniale, riguarda esclusivamente le aree di competenza comunale, che dovranno dialogare con gli interventi e le destinazioni d’uso nell’ambito di pertinenza dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico Orientale. —



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