Porto Vecchio visto dai ragazzi fast food e piste per moto

Ottocento bambini della “Svevo” chiamati a immaginare il futuro dell’area I loro desideri e progetti illustrati in una mostra al Magazzino 26
Di Vanessa Maggi
Foto BRUNI TRieste 26.05.12 Mostra in Magazzino 26 del Comprensorio Scolastico Italo Svevo
Foto BRUNI TRieste 26.05.12 Mostra in Magazzino 26 del Comprensorio Scolastico Italo Svevo

Alessia ci vedrebbe bene uno stabilimento balneare con un parco acquatico, Sofia vorrebbe piste da sci e da pattinaggio per l’inverno, Giorgia immagina un campus universitario in stile americano e Riccardo uno spazio con un cinema, un Mc Donald’s e un mega Apple Store alla memoria di Steve Jobs. Mentre Leonardo demolirebbe tutto, così da creare un rettilineo per un’enorme pista da moto, Nicolò piazzerebbe pannelli solari ovunque e Damiano, consapevole che la vita non è tutto divertimento, lo userebbe come riparo antinucleare nonchè come poligono da tiro dove esercitarsi.

Armati di fantasia, 800 bambini dell’Istituto comprensivo Italo Svevo hanno ragionato sul futuro del Porto Vecchio, collocandosi sul fronte opposto rispetto al partito del “no se pol”. Dopo una visita guidata all’interno del porto e un lavoro in classe di oltre sei mesi, gli studenti hanno presentato alla città le loro riflessioni, le ricerche e le proposte per il futuro utilizzo dell’area, attraverso un’esposizione la cui location non poteva che essere il Magazzino 26. “Assicuriamoci un nuovo Porto Vecchio”, questo il titolo della mostra, ha così dato voce ai piccoli su un pezzo di città così poco conosciuto eppure di loro appartenenza: tanta immaginazione ma anche una buona dose di studio per una ricognizione puntuale del passato di Trieste come grande città di porto.

Nata all’interno di un progetto formativo finanziato da Regione e Comune, la mostra ha visto lavorare insieme gli allievi delle cinque scuole dell’Istituto comprensivo – quattro elementari e una media –, nonchè alunni di altre realtà più lontane. Grazie a specifici programmi di scambio, infatti, che bambini e ragazzi dai sei ai quattordici anni, da Trieste, dal Friuli e anche da Londra e New York, hanno ragionato insieme sul Porto Vecchio e sulla sua affascinante storia, studiandone i transiti, le navi, le merci, ma anche gli animali o i rumori, i protagonisti della storia cittadina nei secoli passati, le ricette culinarie e le curiosità.

Pannelli disseminati in tutta la sala sono stati riempiti di galeoni multicolor, fotografie di particolari del porto, racconti sugli Asburgo, su Miramare e sull’Ursus, mappe, canzoni, cruciverba e rebus prodotti dai bambini. Loro anche la riproduzione del “Brigantin Biagio Marin”, tale da poter ospitare a bordo almeno tre bimbi, e il plastico del porto con l’immancabile Ursus. Tante anche le bandiere di ciurme piratesche: i più piccoli si sono avvicinati alla storia dell’antico scalo grazie a un epistolario con il pirata Francois, che ha assegnato loro indagini e missioni al fine di preparare un “piano di occupazione” del Porto Vecchio. Visitata da oltre 350 ragazzi, dai genitori e anche dal sindaco Cosolini, la mostra si è rivelata un successo per gli allievi, coinvolti in un’attività didattica creativa e finalizzata all’apprendimento, tanto che i “grandi” vi hanno svolto pure delle verifiche con valutazione.

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