Portolido, lo Stato rilancia: «Concessione per 40 anni»

Le voci che rimbalzavano negli ambienti marinareschi da almeno due anni e mezzo, che davano la Spa concessionaria sul punto di chiamarsi fuori causa crisi (e che erano incoraggiate dal tacere insistito di cui si stava rendendo protagonista proprio la concessionaria), diventano di colpo storia vecchia, superata. Pronte semmai a tornare d’attualità, ma solo in caso di un nuovo clamoroso stop al progetto che, ora, si fa meno probabile.
Lo Stato infatti, qui parte in causa attraverso la sua partecipata Italia Navigando (emanazione di Invitalia, l’Agenzia per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa di proprietà del Tesoro), non intende scaricare il progetto di Portolido, il marina di grido da 117 posti barca tra i 10 e i 50 metri all’ombra della Lanterna, in testa a Molo Fratelli Bandiera, dietro il Pedocin. Tra il lascia o il raddoppia siamo più vicini alla seconda opzione, se è vero che siamo davanti a un rilancio. Italia Navigando, lì, stringeva già in pugno una concessione da 30 anni, da 55mila euro di canone annuo, scattata nel 2010 e in scadenza nel 2040. Ora ne vuole, dall’Autorità portuale, una nuova da 40 anni, da qui al 2053. Motivo? Quella stessa crisi che stava mettendo in dubbio la fattibilità dell’operazione. Ci vuole un piano finanziario più lungo, per diluire un investimento che resta quello che era stato dichiarato in origine: 12 milioni. E l’Authority, se nessuno si metterà di traverso, è orientata a dire sì alla rinegoziazione. Ne va - lascia intendere la presidente del Porto Marina Monassi - del rilancio di un’area oggi degradata, e sostanzialmente inutile, della costa triestina. Ecco allora che il taglio del nastro di Portolido - per cui già da un anno il sito della stessa Italia Navigando dava un non meglio precisato appuntamento al 2014 - potrebbe pure essere rispettato, sempre che si tratti di fine 2014. Soltanto ora, peraltro, nel perimetro di Portolido possono arrivare gru, betoniere e operai per l’annunciata trasformazione in marina turistico, in quanto esso non è più occupato dalle ultime barche e dalle ultime attrezzature della società Nuovo Arsenale Cartubi Srl. A quest’ultima l’Authority aveva promesso il trasloco in area Arsenale San Marco, prendendosi però più tempo del previsto perché proprio lì, durante gli scavi, era stato rinvenuto dell’amianto che andava smaltito a dovere, tanto che in via von Bruck, in estate, la chiusura di quell’intervento la calendarizzavano non prima di inizio 2013.
La novità che dà la scossa arriva da un avviso comparso in queste ore all’albo pretorio on-line del Comune, timbrato dall’Autorità portuale e firmato da Monassi, la quale «rende noto» che il 12 dicembre «Italia Navigando», già «concessionaria del comprensorio denominato Portolido... ha chiesto il rilascio di una nuova concessione di anni 40», professandosi nel contempo pronta, «nel caso di favorevole accoglimento della richiesta, a rinunciare alla concessione in essere la cui scadenza è fissata il 15 luglio 2040».
«È un’istanza di rinegoziazione dovuta a mutate situazioni di mercato e di contesto economico generale, che richiedono adeguamenti sotto il profilo finanziario poiché il punto di equilibrio dell’impresa in oggetto si sposta inevitabilmente più avanti», fanno sapere dal quartier generale romano della casa madre Invitalia dopo aver parlato con Paolo Gualtiero Provasoli, l’amministratore delegato di Italia Navigando, l’interlocutore con cui la stessa Monassi non fa mistero di aver trattato sul finire del 2012.
@PierRaub
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