“Potere al Popolo” schiera cinque candidati

Presentazione al bar Aenigma. Antonaz: «Programma concreto, persone espressione del territorio»
Bumbaca Gorizia 03_02_2018 Presentazione Lista elettorale Potere al Popolo © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 03_02_2018 Presentazione Lista elettorale Potere al Popolo © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«L’unico vero riferimento per una fetta di Paese che non può più essere rappresentata da queste forze di sinistra o centrosinistra».

Cosi si presenta in vista dell’appuntamento elettorale del 4 marzo la lista “Potere al Popolo”, nata lo scorso novembre e presente anche nella provincia di Gorizia con ben cinque candidati. Candidati che hanno illustrato il loro percorso e le loro proposte ieri mattina al bar Aenigma di Gorizia: Marco Barone e Claudia Cernigoi candidati al collegio uninominale rispettivamente alla Camera e al Senato, Andrea Brandolisio (capolista listino proporzionale alla Camera), Enrico Robazza (listino proporzionale alla Camera) e Dario Antonaz (capolista listino proporzionale al Senato).

«Il nostro punto di forza è quello di avere candidature che sono espressione del territorio, scelti direttamente dalle assemblee – ha detto Dario Antonaz –. C’è tutta una parte di popolo italiano che ormai non ha più rappresentanza di una sinistra e un centrosinistra che sono corresponsabili della situazione in cui versa oggi il Paese». La giornalista e ricercatrice storica Claudia Cernigoi ha parlato di principi della Costituzione e antifascismo – non a caso “Potere al Popolo” invierà alle Prefetture della regione una lettera per chiedere che durante le cerimonie del 10 febbraio venga proibita l’esposizione di bandiere come quelle della Decima Mas, ad esempio –, ed ha delineato alcuni dei punti principali del programma elettorale. Tra questi, sanità e istruzione pubblica gratuite e di qualità, abolizione di Jobs Act e Legge Fornero, tutela dell’ambiente, Ius soli e fine della speculazione sui migranti. Ma anche e soprattutto il lavoro, come ha detto Marco Barone ricordando l’altissimo tasso di disoccupazione nell’Isontino e citando i casi eclatanti delle crisi Tex Giulia, Eaton o Detroit. Un concetto, quello della centralità del tema lavoro ed occupazione, ribadito anche dal giovane goriziano Enrico Robazza, mentre Andrea Brandolisio ha toccato la questione dei rapporti con la Ue e la Nato.

«Il nostro è un programma concreto, non fatto di proclami – ha detto –. Pensiamo ad esempio che non sia accettabile spendere 25 miliardi di euro di spese militari come ha fatto l’Italia nel 2017, e siamo per la rimozione dei trattati voluti dalla Ue come quelli sugli scambi commerciali con il Canada, che penalizzano le nostre produzioni». (m. b.)

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