Poz porta a Varese lo schema “morbin”

Anche «Divertitevi» tra le regole del coach. «L’esempio lo ho avuto da mio padre a Trieste». E rispunta Lombardi
Pozzecco con alle spalle l'elenco in sei punti presentato ai giocatori (foto di S. Raso)
Pozzecco con alle spalle l'elenco in sei punti presentato ai giocatori (foto di S. Raso)

«Enjoy». Cioè «Divertiti». Non proprio un comandamento in una squadra della massima serie di basket. Eppure i giocatori della Pallacanestro Varese hanno trovato appeso sul muro dello spogliatoio un foglio con sei regole da seguire. «Rispetta e ama i tuoi compagni; non essere in ritardo; esci quando vuoi ma mai prima di una partita; dimmi tutto; sono qui per aiutarti a realizzare il tuo sogno; divertiti». Nessuna firma in calce, tanto non ce n’è bisogno. Farina del sacco di Gianmarco Pozzecco, neoallenatore del club con cui conquistò da giocatore uno storico scudetto.

La foto ha fatto il giro del web e lo stesso “Poz” ha spiegato da dove abbia tratto ispirazione. «La goliardia non è simbolo di scarsa professionalità. Mi ricordo una scena vista da piccolo: mio padre scherzava seduto a un tavolo con i giocatori che allenava e tutti scherzavano rievocando i momenti più simpatici vissuti insieme». Lo schema “morbin”, insomma, funziona sempre. Franco Pozzecco, individuato come “responsabile”, conferma. «Quando Gianmarco era piccolo l’ho portato spesso con me in trasferta. Vedevo come mi comportavo con le squadre dove giocavo o che allenavo. Quando ero all’Hurlingham scherzare tra compagni e coach era nella norma. Anche quando ho allenato le ragazze della Sgt in serie A ho continuato a farlo. Avevamo “triestinizzato” persino Tanja Pollard: ricordo che una volta comparve a sorpresa nella palestra di sfogo di Chiarbola per assistere a una partita di minibasket di Gianmarco. Ovviamente lui fu entusiasta di mostrare ai compagni di squadra quella tifosa così speciale. Non ha senso caricare le squadre di tensione, una battuta può servire a d alleggerire la pressione. Certo, poi sul parquet bisogna anche bucare la retina...».

I sei comandamenti potrebbero fare tendenza. Di sicuro fanno già discutere in un mondo dove spesso i tecnici sono stati accusati di esagerare in senso opposto, con un overdose di schemi e tatticismi anche alla guida di squadre di ragazzini. Intanto, a proposito di clima da spogliatoio alla triestina, qualche giorno fa si è riavvicinato al palasport di Varese una vecchia conoscenza. «Dado Lombardi ora vive stabilmente lì - racconta ancora Franco Pozzecco - ed è stato invitato ad andare a seguire un allenamento di Gianmarco che si è raccomandato. “Voglio che alla fine della seduta tu mi dia un voto come allenatore. Io guarderò nella tua direzione e tu con le mani mi mostrerai il voto”. E Dado non si è smentito nemmeno stavolta: “Tranquillo, con te di mani me ne basterà una sola...»
 

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