Premier a Chi l’ha visto: «Sono un miracolato»

Si è definito un «miracolato». Perché i tre (o quattro) aggressori l’hanno picchiato con inaudita violenza, con calci in faccia e cazzotti in tutto il corpo. E, per fortuna, è riuscito a divincolarsi e scappare perché la situazione sarebbe potuta precipitare. Senza dimenticare che, nella stessa zona,è ancora “vivo” un giallo. Irrisolto.
La vicenda di Andrea Premier, 36 anni, figlio del noto ex cestista Roberto e di Laura Luzzatto Guerrini (che, a sua volta, è avvocato), è approdata alla ribalta televisiva di “Chi l’ha visto?”. La nota trasmissione condotta dalla giornalista Federica Sciarelli si era occupata, un paio di anni fa, della misteriosa scomparsa, dopo una serata con gli amici passata nella discoteca Klub K4 in via Kersnikova, dello studente ferrarese Davide Maran che era nella capitale slovena per frequentare un master in fitochimica. Un paio di mesi più tardi, il suo corpo privo di vita venne trovato nel fiume Ljubljanica, a Lubiana. Praticamente, nella stessa zona in cui il goriziano Andrea Premier è stato aggredito.
«Confermo: la mia disavventura è capitata a pochi passi da questo tragico precedente - racconta l’avvocato trentaseienne di Gorizia -. La cosa assurda è che quando sono andato a fare la denuncia alla Polizia slovena mi è stato detto che non ci sono telecamere né sui ponti né lungo il fiume che attraversa il pieno centro di Lubiana. Mi sembra surreale che una capitale europea non si dotata di impianti di videosorveglianza che sarebbero potuti essere molto utili per la tragedia di Maran e per il pestaggio cui sono stato vittima. Ecco perché mi reputo un miracolato. Quei ragazzotti erano molto violenti e senza scrupoli».
Non era la prima volta che Premier frequentava Lubiana e anche quella discoteca. «Già ci andai qualche anno fa in occasione di un Capodanno qualche anno fa. Ho cenato, assieme a due amici, in un ristorante dove ci siamo fermati sino alle 2.30. Quindi, abbiamo raggiunto una discoteca vicino per l’ultimo cocktail. Uscito da là, sapete come è andata. Circondato, apostrofato da “italiano coronavirus” e riempito di botte. Se non fossi scappato, non so come sarebbe potuta finire», il racconto alla trasmissione “Chi l’ha visto?”. —
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