Premio Campiello, tra i giovani stravince una triestina

VENEZIA Non bastava consegnarle il premio, stringerle la mano e dirle ciao. No, perché i giurati del Campiello Giovani, ieri, volevano far capire alla studentessa triestina Alisei Apollonio che il suo racconto ”Rêverie” li aveva lasciati letteralmente a bocca aperta. Soprattutto considerando che lei i diciott’anni deve ancora compierli. E che l’esame di maturità lo sosterrà appena l’estate prossima. E allora? Semplice: hanno deciso di regalarle parole che farebbero balbettare anche un narratore affermato. Si sono spinti a definire il suo modo di scrivere ”un mestiere letterario sorprendente”. Così, la ragazza dal nome di vento, studentessa al Liceo classico ”Dante Alighieri” di Trieste, dove tra pochi giorni inizierà il terzo e ultimo anno, ha stravinto il Premio che la Fondazione Campiello dedica ormai dal 1996 ai nuovi talenti della narrativa italiana. E dire che nella cinquina dei finalisti (di cui faceva parte anche la pordenonese Ludovica Cimolai), lei era la più giovane. Non stupisce che al momento della premiazione, Alisei si sia messa letteralmente a tremare. Non dev’essere stato affatto facile tirare fuori un filo di voce per dire al microfono: «Non me l’aspettavo davvero. Spero che questo sia soltanto l’inizio».
Alisei Apollonio, che non ha fratelli in casa, ma che ha già riempito a dismisura di libri la sua stanza, ha iniziato a scrivere quasi per gioco. «Da bambina mi incoraggiavano un po’ tutti a inventare storie. I miei genitori, i maestri. E così ho tirato dritta, annotando in un diario tutto quello che mi passa per la testa. Da lì, da alcune vicende che avevo sentito raccontare, ho preso spunto per scrivere ”Rêverie”. È la storia di un’anziana signora che deve vendere la casa e che, di fronte a una tazza di tè al gelsomino, fa rivivere all’agente immobiliare la sua vita. Lasciando che riaffiori anche il dolore».
La casa del racconto, spiega Alisei, esiste davvero. Si trova in via di Romagna, a Trieste, ed è abitata dalla famiglia di un suo amico. «Tutti sanno che scrivo, ma nessuno mi ha mai trattata come un essere alieno. Discoteche? A Trieste praticamente non ce ne sono e i miei genitori non vogliono che accetti passaggi in macchina o in moto. Comunque, con gli amici ci divertiamo lo stesso. Usciamo, andiamo al cinema, in pizzeria, o restiamo a casa a chiacchierare».
Il vero amore di Alisei, oltre ai libri («Leggo di tutto, anche i classici. Recentemente mi hanno appassionato certe storie sull’India, sull’Afghanistan»), sono i viaggi. «Ho girato tantissimo con i miei genitori e da sola. Sono andata anche in America, ma adesso vorrei vedere Istanbul. Dopo la scuola? Non sono ancora sicura, penso di studiare diritto internazionale per specializzarmi in quello islamico. Sto già imparando l’arabo». Da una che vince il Campiello Giovani ti aspetteresti voti spettacolari in Italiano. «Non poi così spettacolari - dice Alisei Apollonio -. L’anno scorso avevo 7, due anni fa 8. Comunque, ho avuto una grande soddisfazione. La professoressa Bianchi ha organizzato un incontro tra la mia classe e una seconda media del Dante. Lì ho letto anche l’incipit del racconto».
E adesso? «Vorrei scrivere una seconda parte di questa storia. Chissà, potrebbe saltare fuori anche un piccolo romanzo» Tra i giovani scrittori che vivono all’estero, la ticinese Benedetta Sara Galetti ha vinto per la seconda volta
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