Pressing su Fincantieri per il Centro amianto e la linea ferroviaria

Tra Comune di Monfalcone e Fincantieri va raggiunto quanto prima un Accordo di programma quadro per affrontare nodi come quello della cessione del sedime della ferrovia, che taglia in due la città, la compartecipazione alla creazione del Centro amianto, la presenza di un presidio di sanità pubblica all’interno dello stabilimento a tutela di dipendenti e lavoratori delle ditte esterne.
È questo l’impegno che il Consiglio comunale, con i soli voti però della maggioranza e Sel, ha assegnato al sindaco Silvia Altran e alla giunta, approvando la mozione, presentata ancora nell’ottobre 2013, dalla capogruppo di Responsabilmente Elisa Di Ilio e dal capogruppo di Rifondazione comunista Alessandro Saullo. Un documento integrato dagli emendamenti presentati da Giovanni Iacono di Sel e che, in ogni caso, richiama l’amministrazione, ma anche la Regione e lo Stato, a una riflessione sul concetto di Responsabilità sociale d’impresa, a fronte degli impatti sociali e ambientali prodotti su Monfalcone dalle scelte produttive effettuate da Fincantieri. Attraverso l’Apq, l’amministrazione dovrebbe, quindi, anche «responsabilizzare l’azienda Fincantieri nei confronti della città di Monfalcone, troppo spesso vista come un soggetto non paritario lasciato poi solo a gestire gli impatti sociali delle azioni aziendali».
Il Consiglio comunale si è non a caso riconvocato per dedicare una seduta al tema degli appalti e del lavoro, visto anche quanto emerso dalla indagini sul caporalato e i crescenti problemi di disoccupazione creati nel territorio dalla rotazione di imprese all’interno dello stabilimento.
Un nodo che il sindaco Silvia Altran ha spiegato di aver già iniziato ad affrontare con l’assessore regionale al Lavoro, Loredana Panariti, e che Iacono ha chiesto sia oggetto di una delega specifica da parte dell’amministrazione comunale. «La commissione Lavoro della Camera è venuta in regione per Electrolux, ma la situazione di Monfalcone è altrettanto pesante - ha detto Iacono -. Bisogna pretendere che la commissione venga anche qui, che ci vengano i parlamentari eletti e la Regione inserisca Monfalcone tra le sue priorità». La minoranza ha però di fatto bocciato la mozione, criticando proprio l’assenza di richieste di misure concrete per ridurre l’impatto sociale di Fincantieri. «Crediamo, tuttavia, che questo sia un inizio, che da qui si debba partire, perché quando si parla di Fincantieri gli aspetti in gioco sono tanti - sottolinea Elisa Di Ilio - e, in ogni caso, vogliamo affrontarli tutti. Intanto abbiamo disposto una mozione che sollecita la giunta a raggiungere un primo obiettivo concreto quale un accordo quadro di programma che affronti in particolare le tematiche urbanistiche, che impattano pure sul vivere quotidiano della città». Elisa Di Ilio rimane convinta che «la situazione creatasi potrebbe venir diversamente gestita dall’organizzazione direzionale di Fincantieri, la quale dovrebbe confrontarsi maggiormente con l’amministrazione di questa città in un’ottica di collaborazione e di reciproco rispetto, che permetterebbe una migliore gestione dei flussi migratori, la tutela della salute dei lavoratori e un minor impatto sulla città».
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