Prestavano a tassi del 120% Due usurai verso il processo

Dieci per cento di interessi al mese. Pari al 120% l’anno. Soldi prestati per comprare droga. Ma anche per l’acquisto di attrezzature per uno studio odontoiatrico. Nei guai sono finiti Guido...
foto usura
foto usura

Dieci per cento di interessi al mese. Pari al 120% l’anno. Soldi prestati per comprare droga. Ma anche per l’acquisto di attrezzature per uno studio odontoiatrico. Nei guai sono finiti Guido Ghersevich, 55 anni, e Lorenzo Mezzullo, 43. Sono accusati dal pm Lucia Baldovin - che si appresta a depositare la richiesta di rinvio a giudizio - di aver effettuato svariate operazioni finanziarie. Alcune di queste, cui si riferisce il primo capo d’imputazione, porta la data del 2013. Da febbraio a dicembre. Dieci mesi di interessi che hanno praticamente raddoppiato il capitale versato a un “cliente” giunto ai due dopo varie peripezie e soprattutto dopo innumerevoli dinieghi da parte degli istituti di credito. Ma in questa vicenda di usura si inserisce anche il pagamento di duemila euro a un tossicodipendente. Soldi, insomma, per acquistare la droga.

Il secondo capo di imputazione riguarda solamente Guido Ghersevich, difeso dall’avvocato Dario Lunder. È accusato di essersi fatto restituire con gli “interessi” prestiti da 500 e 900 euro, erogati con cadenza mensile, all’odontotecnico Francesco Giormani. Due anni e mezzo tra versamenti e restituzioni iniziati nel 2012 e conclusi nel febbraio del 2014. Un fiume di denaro “pagato” dalla vittima al prezzo di oltre tre volte il proprio effettivo valore. Ai due presunti cravattari - peraltro conosciuti dalle forze dell’ordine per vari episodi di truffe e usura - gli agenti della Squadra mobile sono arrivati grazie all’intercettazione delle conversazioni di un tossicodipendente nel corso di un’indagine parallela relativa a un traffico di droga.

Ghersevich, anni addietro “collaboratore” di alcuni investigatori della stessa Squadra mobile, qualche anno fa è stato coinvolto in una vicenda di riciclaggio di veicoli rubati. Era emerso che assieme a due complici firmava i contratti a noleggio delle auto e poi una volta ottenuta la consegna delle vetture, veniva organizzato un finto furto.

Il nome di Lorenzo Mezzullo, difeso dall’avvocato Federico Stricca, ricorda la vicenda di una maxitruffa da 300mila euro messa a segno nel 2005 ai danni del rampollo di una facoltosa famiglia triestina. Assieme a dei complici gli aveva fatto credere di essere collegato a esponenti di primo piano della mafia e lo avevano obbligato a versar loro il denaro. Alla fine Mezzullo e i complici erano stati arrestati.

Francesco Giormani, presunta vittima dell’usura, è finito lo scorso anno alla ribalta della cronaca per una vicenda di esercizio abusivo della professione medica. Nel mese di dicembre gli agenti della Squadra mobile avevano sequestrato il suo studio dentistico abusivo al primo piano di uno stabile di Corso Saba. Secondo l’accusa Giormani aveva esercitato la professione di dentista eseguendo su svariati pazienti determinati interventi senza però essere in possesso della laurea, né dell’abilitazione professionale.(c.b.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo