Prima casa, fra Tari e Tasi esborsi verso il raddoppio

Per un alloggio da 100 metri quadrati in cui vivono quattro persone si pagherà un totale di 660 euro contro i 346 dovuti per la sola Tares lo scorso anno
Una veduta aerea di Trieste
Una veduta aerea di Trieste

A leggere le scadenze delle imposte locali di quest’anno, come compaiono nelle delibere passate per il Consiglio comunale prima della pausa d’agosto, vien da dire che non ci sono più le mezze stagioni. Neanche in fatto di tasse. La chiamata ai tributi 2014 del popolo triestino arriva infatti proprio ora, ora che l’estate sta finendo, concentrandosi nella parte finale dell’anno più un’appendice all’inizio del prossimo. E con esborsi che s’annunciano, complessivamente, ben più alti che nel 2013: il doppio o giù di lì tra prima casa (Tasi) e rifiuti (Tari), tanto per fare un esempio, per una famiglia di quattro persone che abita in un appartamento di proprietà di cento metri quadrati. Il che, però, senza che nelle casse del Municipio entrino più soldi riversabili in maggiori servizi, per effetto soprattutto della ricomparsa dell’imposta sull’abitazione principale sotto forma di Tasi a carico dei contribuenti, che nel 2013 - quando di nome faceva Imu, a sua volta erede dell’Ici - era stata pagata in sostanza al Comune dallo Stato.

Arriva la Tasi: giù le aliquote ma calano anche le detrazioni
Una veduta di Trieste

È la crisi globale, qui, a fare le veci dei presunti cambiamenti climatici e a far sparire, già da qualche anno, le mezze stagioni tributarie: le incertezze sui conti pubblici, che a livello nazionale si traducono in balzelli che cambiano nome, pelle e regole di finanziaria in finanziaria, stanno posticipando, a cascata, i bilanci di previsione degli enti locali e le loro scelte in materia di tasse. Ecco allora che nelle maratone di fine luglio, quando si stava ancora nel profondo dell’estate, il Consiglio comunale ha deliberato - in linea con le proroghe romane e regionali - le nuove aliquote delle nuove imposte. Giusto in tempo per poter cominciare a presentare il conto ai triestini proprio tra fine estate e inizio autunno. Sarà la partecipata Esatto a recapitare prossimamente le lettere con dentro sia i conteggi già fatti a misura di ogni famiglia sia i relativi modelli F24 precompilati da pagare in banca o in posta. Prima scadenza l’acconto del 50% della Tasi entro il 16 di ottobre. Ultima il saldo della Tari, pure del 50%, il 28 febbraio.

Ma quanto saranno chiamati a pagare in tutto al Municipio dal Municipio, stavolta, i cittadini? Le variabili sono tante, troppe. Ne prendiamo, banalizzando, il paio che accomuna buona parte dei contribuenti - Tasi e Tari, cioè tassa sulla prima casa e tassa sui rifiuti - e lo caliamo in tre realtà-standard semplificate. La prima è quella di due coniugi senza figli in un alloggio di 65 metri quadrati dal valore sul mercato immobiliare attorno ai 95-100mila euro per una rendita catastale, mettiamo, di 450 euro. Facendo due conti grossolani, il moltiplicatore (la rendita più il 5% volte 160) dà 75.600 euro di valore imponibile catastale cui deve essere applicata l’aliquota del 2,5 per mille alla quale deve essere poi sottratta una detrazione di 60 euro: ne esce una Tasi di 129 euro (a fronte di un’Imu pari a zero nel 2013). A questa va aggiunta una Tari di 207 euro (contro una Tares di 200 nel 2013): è il risultato della somma della quota fissa di 1,32 euro volte i metri quadrati più quella variabile di 111,47 euro più il 5% di addizionale provinciale.

Tari, più è grande la famiglia e più si alza la tassa sui rifiuti
Un cassonetto dei rifiuti

Si badi: quota fissa e quota variabile cambiano a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare e sono diverse rispetto a quelle fissate l’anno passato, quando alla somma andavano aggiunti 30 centesimi di euro al metro quadrato come contributo statale per i cosiddetti servizi indivisibili, ora inglobato nella stessa Tasi. Il totale di Tasi e Tari è in questo caso di 336 euro, il 68% in più dei 200 euro dovuti nel 2013.

Scaliamo ora di identikit familiare e puntiamo quindi su papà, mamma e figlio in un appartamento da 85 metri quadrati dal valore immobiliare vicino ai 130-135mila euro per una rendita catastale di 550 euro. L’imponibile catastale passa a 92.400: l’aliquota del 2,5 per mille meno 30 euro di detrazione in base alla rendita meno ulteriori 25 euro per il figlio a carico comporta una Tasi di 176 euro (Imu a zero,lo ricordiamo, nel 2013). Qui la Tari (con tre membri familiari quota fissa e variabile valgono 1,48 e 143,32 euro) arriva a 283 euro. Appena sette euro più che nel 2013. Ma la differenza, ovviamente, la fa nel complesso il ritorno della tassa sulla prima casa. Tasi più Tari fanno insieme 459 euro contro un totale di 276 nell’anno passato, per un +66%.

L’incremento percentuale si impenna, arrivando al 91%, nel terzo e ultimo esempio: quattro persone in una casa da cento metri quadrati valutata sul mercato sui 170mila euro. Qui si passa a una rendita da 700 euro che col moltiplicatore dà 117.600 di valore imponibile, cui va conteggiata l’aliquota massima del 3,3 per mille con una detrazione-base di 30 euro meno altri 50 euro di detrazione (25 per due figli). Il risultato è una Tasi di 308 euro, alla quale si sommano 352 euro di tassa sui rifiuti (1,60 e 175,17 euro sono le quote fissa e variabile con quattro componenti), per un totale di 660 euro da pagare al Comune contro i 346 della sola Tares del 2013. Siamo, come si diceva più in alto, alle porte del raddoppio dell’esborso.

@PierRaub

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