«Prima i parcheggi, poi si chiuda Corso Italia»

Il professor Camus: «Ma via Gallina deve restare aperta per non congestionare via Carducci»
L’avevano scaricato e, in maniera più o meno esplicita, bocciato. Per i vertici del Comune, il percorso avviato nel 2003 con l’affidamento dello studio e della progettazione del nuovo Piano del traffico al professor Roberto Camus non aveva portato ai risultati sperati: la parola fine al rapporto con il consulente era arrivata poi nel dicembre del 2008, con l’ufficializzazione della risoluzione consensuale dell’accordo.


Una conclusione che al Municipio era comunque costata una cifra pari all’80 per cento del compenso di 137 mila 332 euro pattuito in origine. Oggi, però, tra anticipazioni del sindaco e qualche indiscrezione ufficiosa, si fa largo una tendenza evidente: il nuovo Piano del traffico ultimato dagli uffici comunali, per molti aspetti, si ispira alla bozza Camus. E lui, l’attuale preside della facoltà di Ingegneria dell’Università di Trieste, rompe il silenzio e, senza scivolare sull’insidioso terreno della polemica, rivendica la bontà del suo lavoro e soprattutto la paternità di certe idee.


Professor Camus, cosa pensa del nuovo Piano del traffico ultimato dal Comune, in base alle varie anticipazioni rese dal sindaco?

Tutto ciò che sta emergendo evidenzia come ci siano solo alcune modifiche rispetto all’ossatura messa in piedi all’epoca dal sottoscritto e dai miei collaboratori. Sono soddisfatto nel vedere che parte delle idee rivoluzionarie proposte quella volta siano adesso considerate praticabili, a partire da corso Italia pedonale.


Quindi più che bozza Dipiazza, quella attuale andrebbe ribattezzata piuttosto come “Camus modificata”?

Ritengo sia giusto che la proprietà intellettuale di certe idee vada conservata. Come per la riqualificazione delle Rive, dove l’idea è stata mia, anche se poi il progetto l’ha realizzato il Comune. Allo stesso modo, la soluzione di corso Italia pedonalizzato è venuta dal nostro piano. E mi fa piacere pure un ulteriore aspetto.


Quale?

Il fatto che si stia affrontando il problema complessivo dal punto di vista tecnico-scientifico e modellistico come è giusto. Chi lavora oggi così, infatti, lo fa grazie alle nozioni recepite nella mia facoltà. Il mobility manager del Comune, l’ingegner Giulio Bernetti, per esempio, è stato un mio dottorando. Lui e i suoi collaboratori stanno utilizzando modelli usati sempre già nel 2003. Abbiamo insomma preparato i tecnici comunali che ora si stanno occupando del progetto.


Dunque, ripartiamo dai presupposti di base del Piano, suo e nella versione rivista: a quali emergenze deve far fronte?

Punti veramente critici in città, sotto il profilo del traffico, non ce ne sono. Ci sono però dei momenti nelle ore di punta, in cui alcuni nodi specifici o tratti di strada vedono il formarsi di code. Mi riferisco, ad esempio, a viale Miramare in ingresso, via Commerciale, via Giulia. O ancora alla galleria Sandrinelli in uscita verso piazza Goldoni. Tutti elementi che erano stati messi in chiara evidenza nel nostro piano, per tentare di alleviarne le sofferenze. Eravamo partiti cioè dall’individuazione delle zone critiche per volumi di traffico e numero di incidenti.


Torniamo alle anticipazioni sul nuovo Piano, dalla fine di via Torrebianca pare si potrà girare verso piazza Goldoni. Concorda?

Chiudendo via Gallina, come sembra si voglia fare, si trasferirà su via Carducci una maggior mole di traffico a doppio senso, restringendone così le sezioni. È più complicato, ritengo. Nella mia ipotesi, infatti, da via Torrebianca si raggiungevano piazza Goldoni e corso Saba, passando per via Gallina, dopo aver girato subito in via Reti, in modo da non intervenire su via Carducci. Inoltre, ci potrebbero essere problemi anche per chi vuole salire verso il Giardino pubblico: se non viene data prosecuzione al senso di marcia di via Torrebianca lungo via San Francesco, con l’ultimo tratto di via Battisti solo in discesa, bisognerà transitare per forza tramite le vie Coroneo e Rismondo. Ci vorrà un po’ più di tempo, insomma.


E corso Italia pedonale?

Avevo studiato tre soluzioni diverse per corso Italia: una completamente pedonale con via Mazzini riservata ai mezzi pubblici, un’altra con i bus solo in salita per farli scendere in via Mazzini. O, infine, corso Italia solo per mezzi pubblici nelle due direzioni pedonalizzando via Mazzini. Personalmente però, credo sia più coerente la prima opzione. Il doppio senso per i bus in corso Italia sarebbe un problema perché via Einaudi viene chiusa al traffico: soluzione interessante dal punto di vista estetico, ma certe scelte precludono o rendono più difficili gli interventi in tema di traffico. Come si farebbe, a quel punto, per collegare il corso alle Rive? Un senso di marcia alternato in via Canal piccolo oppure la svolta in via Roma per chi scende, continuando poi in giù per via Mazzini.


Via Rossetti a senso di marcia invertito?

Non è chiaro se sarà tutta a senso unico o solo un tratto. Però, ricordiamoci che oggi via Rossetti è uno sbocco importante, anche per chi arriva da Foro Ulpiano. Ma, su tutto, ci deve essere un disegno organico, unico, pensato per l’utenza. Tutto si può fare, se verificato al meglio. Per ora, le informazioni sono arrivate a spot, dai quali vedo fiorire idee non di Dipiazza ma mie. Qualche contributo positivo l’ho dato evidentemente, ma con le modifiche apportate dai tecnici del Comune la responsabilità non sarà mia, ma loro.


Ci può essere un nuovo Piano del traffico senza nuovi parcheggi?

Il Piano che avevo proposto teneva conto delle caratteristiche dei parcheggi da realizzare, includendo già la presenza anche del Park San Giusto. Si proponeva la pedonalizzazione di corso Italia vincolata a questo approdo per le macchine, che da via del Teatro romano avrebbero così avuto l’unico sbocco di via San Spiridione.


In generale, con le novità emerse nelle settimane passate, il trasporto pubblico trarrà vantaggi o sarà penalizzato dal nuovo Piano?

Il mio lavoro era partito proprio per favorire i mezzi pubblici. Finora si è parlato solo di corso Italia e via Torrebianca: non so cosa succederà nelle altre zone, se sarà incentivato il numero di corsie per bus e taxi o rimarrà tutto così. È un piano per ora un po’ misterioso.

Riproduzione riservata © Il Piccolo