Primo maggio a Gradisca all’insegna dei lavoratori Cara

GRADISCA. La festa provinciale dei lavoratori è tornata a Gradisca d’Isonzo: l’anno scorso si era deciso di organizzare un’unica manifestazione a livello regionale in quel di Pordenone. Complice il...
Bumbaca Gorizia 01.05.2015 Manifestazione Primo Maggio Gradisca Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 01.05.2015 Manifestazione Primo Maggio Gradisca Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA. La festa provinciale dei lavoratori è tornata a Gradisca d’Isonzo: l’anno scorso si era deciso di organizzare un’unica manifestazione a livello regionale in quel di Pordenone. Complice il maltempo, la partecipazione è stata piu' contenuta che in passato: dalle 300 alle 400 persone hanno partecipato al corteo che da viale Trieste ha condotto al parco della Spianata nella città della fortezza. Tanti i sindaci e gli amministratori presenti, oltre ai segretari locali delle principali sigle sindacali. Hanno portato il saluto del territorio isontino il presidente della Provincia Enrico Gherghetta e il sindaco di Gradisca Linda Tomasinsig. Fra gli interventi, da segnalare quello del segretario provinciale della Cgil Paolo Liva, caratterizzato da riferimenti al territorio provinciale e ai riverberi della crisi su di esso: oltre a sottolineare la criticità di questi 8 anni di crisi di cui si non si vede l’uscita, Liva ha dedicato una riflessione sulla situazione dei lavoratori del Cara di Gradisca che «dopo aver lavorato per anni spesso con ritardi nell’erogazione degli stipendi, adesso - le sue parole - a causa di un nuovo appalto rischiano di perdere il lavoro. Chiederemo alla Prefettura di Gorizia di fare da garante rispetto alla loro vicenda e chiederemo anche il rispetto della clausola sociale che consentirebbe agli operatori di non finire in mezzo alla strada». Una riflessione, Liva l’ha voluta riservare anche alla Fincantieri che ha commesse sino al 2020. «Ci sono dunque i margini - ha sottolineato - per chiedere all’azienda che modifichi il suo sistema di organizzazione degli appalti, assumendo i disoccupati delle nostre liste». Molte riflessioni sono state dedicate anche ai morti sul lavoro e agli immigrati che a migliaia ormai hanno trovato la morte in cerca di un futuro migliore in Occidente. "Un dramma che non puo' lasciarci indifferenti ma deve farci sentire in qualche modo responsabili". Ha concluso la giornata l’intervento del segretario confederale Cisl Luigi Sbarra. Pur senza nominarlo, il bersaglio delle sue osservazioni era il presidente del Consiglio Matteo Renzi. «La retorica dell’uomo solo al comando, mascherata da un supposto decisionismo, è pericolosa e preoccupante - ha affermato -. Non è questo il momento di scavare fossati: non si può pensare di governare questa profonda crisi senza il consenso della società e di tutte le sue componenti, rischiando altresì di minare la coesione sociale e creare zone d’ombra nelle quali rischiano di infilarsi pericolosamente malaffare, lobby e centri di potere. ( l.m.)

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