Primo passo per la chiusura della discarica di Vermegliano

Finalmente si sblocca, a Ronchi dei Legionari, l’annosa e controversa questione legata alla presenza di una discarica per materiali inerti in via Monte Sei Busi, nel rione di Vermegliano. Nella sua ultima riunione la giunta comunale ha approvato la delibera propedeutica alla chiusura della discarica e la sistemazione del sito in cui essa si trova.
La vicenda della discarica di Vermegliano è lunga e complessa. All’inizio degli anni 2000 era stato segnalato un andirivieni sospetto di numerosi autocarri, specialmente durante la notte, provenienti dalla Lombardia.
La Polizia locale, allora, aveva scoperto che quei camion trasportavano residui di alcune concerie. Materiale altamente nocivo che, pochi mesi dopo, tra il 2002 e il 2003, aveva spinto il Corpo forestale regionale a sequestrare il sito.
«Si tratta di un primo, direi più che positivo risultato – sono le parole dell’assessore all’ambiente, Elena Cettul – ottenuto grazie al mio assessorato, all’ufficio ambiente in collaborazione con l’ufficio lavori pubblici e all’impegno che la nostra amministrazione ha messo in campo per ottenere questo primo passaggio. La chiusura del tema della discarica ora è più vicino, visto che, comunque, si tratta di un’area nella quale non vengono più depositati rifiuti da anni ma che va definitivamente portato a conclusione.
Si tratta di un altro impegno che questa giunta sta concretizzando e ritengo che questo, oltre agli altri risultati ottenuti – ha aggiunto – sia un’ulteriore buona notizia per tutta la cittadinanza. La vecchia idea di chiusura andrà rinnovata. Verrà verificato quale sarà il modo migliore per utilizzare i fondi che l’amministrazione ha a disposizione». Fondi che arrivano da una fidejussione che è stata riscossa dopo un lungo e travagliato contenzioso.
Ora che i diversi vincoli imposti anche dalla magistratura sono stati rimossi, si può finalmente partire. La municipalità ronchese, adesso, può sboccare 275.606 euro per il ripristino vero e proprio della discarica.
Sino ad oggi, per i diversi monitoraggi e le diverse verifiche, sono stati utilizzati 65.400 euro. La discarica di Vermegliano, che si sviluppa in un area di 22 mila metri quadrati, è ancora “viva”, ovvero il suo ventre “lavora”, ma non esiste pericolo di inquinamento del suolo, né, fattore ancor più importante, della falde acquifere sottostanti.
La società Anuaeco, con sede a Latisana e che ora non esiste più, aveva gestito in maniera non troppo corretta il sito, senza rispettare le prescrizioni previste, nemmeno quelle del piano di ripristino presentato nel 1995.
Allora erano state tolte le autorizzazioni, anche quelle della eventuale bonifica. —
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