«Problemi di tenuta statica» per la scuola Šček di Aurisina

Il tema è emerso durante la seduta della terza commissione del Comune In vista di settembre si studia l’opzione migliore per il trasferimento delle classi
Lasorte Trieste 09/09/09 - Aurisina, Scuola Elementare, Italiana G.Carducci, Slovena Virgil Š?ek
Lasorte Trieste 09/09/09 - Aurisina, Scuola Elementare, Italiana G.Carducci, Slovena Virgil Š?ek

DUINO AURISINA

A caccia di una nuova sede scolastica. Perché l’edificio di Aurisina, che li ospitava fino a pochi mesi fa, «presenta importanti problemi strutturali di tenuta statica oltre che sismica». È una situazione complicata quella davanti alla quale si trovano i 30 bambini della primaria “Virgil Šček” e i ragazzi di due classi della scuola secondaria Gruden che, fino a febbraio, hanno frequentato le lezioni nella struttura costruita subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.

La problematica situazione è emersa in tutta la sua crudezza nel corso della seduta dedicata al tema dalla terza Commissione consiliare del Comune di Duino Aurisina, durante la quale si è cominciato ad analizzare la prospettiva della ripresa delle lezioni a settembre, quando sarà necessario applicare le normative derivanti dall’emergenza da Covid-19.

«Lo stabile – hanno spiegato gli assessori Lorenzo Pipan (Lavori pubblici) e Stefano Battista (Bilancio) – non potrà più essere utilizzato e sarà necessario studiare soluzioni per il futuro». Attualmente le ipotesi al vaglio dell’esecutivo prevedono la sistemazione delle classi in altre strutture, che potrebbero essere la “Stanko Gruden” di San Pelagio o quella di Santa Croce, soluzione quest’ultima per la quale sarebbe necessario un confronto con il Comune di Trieste. «Spostare temporaneamente le classi non significa chiudere la scuola – hanno precisato Battista e Pipan – perché l’obiettivo nel medio termine è capire se la ristrutturazione sia praticabile, oppure se sia meglio orientarsi verso la realizzazione di un nuovo polo scolastico. Stiamo studiando diverse ipotesi – hanno aggiunto – nell’ambito di un confronto con il Demanio, proprietario della struttura e del terreno della scuola Šček, ma anche con la Regione e l’Ufficio scolastico».

Trattandosi di classi con lingua d’insegnamento slovena, inevitabilmente il problema assume contorni più ampi. «Con l’estate alle porte – ha subito contestato il consigliere di opposizione Igor Gabrovec (lista Insieme) – sono pochi i mesi che ci separano dall’inizio del nuovo anno. Se sommiamo i limiti imposti dal distanziamento sociale a quelli che deriverebbero dalla paventata dichiarazione di non agibilità di questo edificio, possiamo già parlare di rischio collasso. Da settimane – ha proseguito – chiedo invano le risposte alle domande che mi provengono con sempre maggiore insistenza da insegnanti e genitori, giustamente preoccupati. L’importante è riuscire a elaborare per tempo risposte certe sui vari scenari possibili. Aspettare ancora sarebbe da irresponsabili». Sulla stessa linea Marisa Skerk (Pd): «La Šček è un simbolo per l’intera comunità di lingua slovena – ha sottolineato – perciò bisogna trovare sia un’adeguata soluzione temporanea, sia una di lungo respiro. Certamente non è ipotizzabile utilizzare container». Anche Battista e Pipan si sono dichiarati contrari ai container durante la commissione: «L’idea di utilizzare container – hanno ribadito – non può essere accolta ed è pure inaccettabile la proposta di riconvertire il Centro educativo occupazione di Malchina, a disposizione di soggetti fragili e affetti da disabilità». —



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