Produzione di energia sfruttando le maree in laguna

MARANO LAGUNARE
Installare turbine per la generazione elettrica nella laguna di Marano e Grado sfruttando le correnti di marea.
È il tema della tesi di laurea di Giorgio Casella, studente originario di Trieste residente a Dolegna del Collio, appassionato di mare e ambiente, tanto da iscriversi alla facoltà di ingegneria navale.
La tematica ambientale gli è sempre stata molto a cuore e così ha deciso di portare la sostenibilità ambientale di un sistema che ben conosce, come quello della laguna di Grado, per la sua tesi di laurea.
La sua speranza è che gli spunti vengano colti e si investa anche su queste fonti di energia per mantenere intatte le caratteristiche dell’ecosistema.
La laguna di Marano e Grado si estende per 160 km ed è un ambiente salmastro.
L’apporto di acqua dolce è dato dai fiumi Stella, Cormor, Zellina, Aussa-Corno, Natissa ed è messa in comunicazione con il mare Adriatico tramite cinque bocche, dette bocche tidali, da cui si estendono i canali che si ramificano in tutta la laguna.
E da ambiente ricco di biodiversità è da sempre studiato ai fini della sua conservazione.
L’Ismar di Venezia ha sviluppato un modello matematico in grado di fornire velocità e direzione della corrente in ogni punto della laguna.
Grazie a queste informazioni si sono valutati i cinque punti con valori di intensità di corrente maggiore, che si trovano sulle bocche tidali di Grado e Lignano e in altre zone di canali principali.
Dopo la simulazione di Ismar è risultato che la bocca tidale di Grado e di Lignano producono rispettivamente 2.010 kWh/anno e 1.425 kWh/anno (il sito di Grado potrebbe soddisfare il fabbisogno di una famiglia di due persone).
La volontà dello studio è quella di pensare anche a una mobilità senza emissioni all’interno della laguna, integrando fonte di produzione e di ricarica. —
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