Progetti improbabili nel cestino: dal ponte per Muggia al bucone

Degni di menzione anche la spiaggia stile Copacabana a Barcola e la teleferica per arrivare a Monte Grisa
TRIESTE
. Compaiono e scompaiono come torrenti carsici. Brillano per anni, a volte decenni, per poi esplodere in perfetto stile supernova, e cadere inesorabilmente nel dimenticatoio. Salvo riemergere di tanto in tanto, evocati come esempi di folklore amministrativo. Sono i progetti da libro dei sogni che, nel tempo, i triestini si sono visti passare davanti agli occhi come schegge più o meno impazzite.

Dal ”Muggia gate” alla trasformazione di Barcola nella Copacabana d’Europa, dalla teleferica di Monte Grisa fino ai vari ”buconi” e collegamenti sottomarini. Un lungo elenco di opere faraoniche e sparate improbabili, partorite dalla fantasia dei politici e degli ”opinion leader” di turno. Una lista inesauribile di proposte che appassionano, indignano e poi si dimenticano, nella quale, secondo molti, rischia ora di finire anche l’ultima creatura di Antonio Paoletti: quel Parco del Mare che, nonostante i proclami, fatica a decollare.


MUGGIA GATE.
Il premio per la trovata più sensazionale, e forse meno realistico, in tanti lo assegnerebbero al ponte sospeso in stile Brooklin da 891 metri di lunghezza proposto una decina d’anni fa, in occasione del Giubileo del 2000, dall’allora deputato forzista Gualberto Niccolini. Un’opera mastodontica, da realizzare all’altezza della Ferriera, testata per resistere senza danni a terremoti pari a 6.6 gradi della scala Richter e venti fino a 220 km/h, e pensata per dimezzare i tempi di percorrenza verso Muggia e Capodistria, accogliendo 9 mila veicoli l’ora. Necessità poi superata dal completamente della Grande viabilità e della Lacotisce-Rabuiese.


TELEFERICA.
Affonda le sue radici ancora più indietro nel tempo un’altra suggestiva proposta finora rimasta sulla carta: la teleferica tra il santuario di Monte Grisa e la riviera barcolana. Lanciata da Marino Zorzini nel ’37, ripresa negli anni ’50 niente meno che da Max Fabiani e rispolverata nel ’99 da Manuel de Solà Morales che la vedeva bene per collegare il Porto Vecchio con la Lanterna e l’obelisco di Opicina, l’ipotesi ovovia ha continuato a far parlare di sé fino ad oggi. Tanto da venir addirittura inserita nel nuovo Piano regolatore comunale.


COPACABANA
. A braccetto con l’opzione teleferica andava fino a qualche anno fa un’ulteriore ”chicca” targata questa volta Primo Rovis: la creazione di un terrapieno davanti al Faro per dotare Barcola di spiagge dorate, palme e piscine e trasformarla così nella Copacabana d’Europa. Un obiettivo ambizioso che, secondo il vulcanico commendatore, si sarebbe potuto ottenere facilmente attraverso un sistema di tubazioni e pompe aspiranti in grado di portare a Trieste la sabbia di Grado.


BUCONE
. Va attribuita all’ex assessore regionale ai Lavori pubblici Franco Franzutti, invece, la paternità di un altro maxi progetto, forse uno dei più contestati degli ultimi anni: la Penetrazione Nord, passata alla storia come ”bucone”. Diciassette chilometri di gallerie che, forando mezza città da Prosecco fino a Monte San Pantaleone. avrebbero dovuto alleggerire il traffico sulle ”vecchie” e congestionate arterie urbane. Di quell’opera, che il centrodestra riuscì anche a inserire nella Legge Obiettivo mettendo così una forte ipoteca su fondi per 1500 milioni di euro, nel tempo si sono perse le tracce. Ma non è detto che prima o poi non si torni a parlarne: proiezioni e studi di fattibilità probabilmente sono ancora chiusi in qualche cassetto della Regione, pronti ad essere tirati fuori all’occorrenza.


MAXI GALLERIE
Come non si può escludere un ritorno d’attualità del collegamento sottomarino Porto vecchio- Porto nuovo, inserito nel programma elettorale di Riccardo Illy nel 2003, e delle gallerie tra largo Mioni e via d’Alviano (il cui progetto di fattibilità era stato completato già nel ’98 e in quell’anno portato all’attenzione del governo per ottenere i finanziamenti), e tra Rotonda del Boschetto e via Revoltella. Trafori presentati come indispensabili panacee per liberare i rispettivi rioni dall’assedio delle auto. Talmente indispensabili, però. da rimanere lettera morta.


METROPOLITANA LEGGERA
. E non ha visto la luce nemmeno uno degli ultimi colpi ad effetto avanzati di recente: l’ipotesi di una metropolitana leggera con cui collegare Trieste, Capodistria, Gorizia e Nova Goriza, arrivando magari fino fino all’aeroporto di Venezia e agli scali di Ronchi e Lubiana. I tempi di realizzazione? Fino allo scorso anno si prevedeva di poter chiudere i cantieri nel 2017. Chissà che per quella data non ci si riesca davvero.

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