Progetto maxi-Comune in trenta sfidano Selz

RONCHI DEI LEGIONARI. S’inizia dai rioni. A Ronchi dei Legionari da quello di Selz. Ed è stata l’area delle feste, meta tradizionale di balli e salsicce, il "tour" "Democratici per la città nuova"...

RONCHI DEI LEGIONARI. S’inizia dai rioni. A Ronchi dei Legionari da quello di Selz. Ed è stata l’area delle feste, meta tradizionale di balli e salsicce, il "tour" "Democratici per la città nuova" verso il referendum sulla fusione del 19 giugno. Un esordio davanti a quasi una trentina di persone, decisamente ci si aspettava qualcosa di più, che ha permesso ai dem "dissidenti", visto che il circolo ronchese si è espresso senza ombra di dubbio per il no, di spiegare le ragioni della loro volontà di andare alla fusione. Ma non sono mancati gli affondi a chi, invece, sta dall’altra parte della barricata. «Quella che stiamo affrontando - ha detto Flavia Iacchini - non è una tematica fredda, ne va del nostro futuro. E da oggi inizia il nostro affondo che vogliamo sviluppare attuando una campagna porta a porta in modo che tutti siano informati». Dai fautori del sì accuse non certo all’acqua di rose per gli antagonisti.

«Vengono fornite tante inessattezze - ha continuato - mettendo ansia e paura, specie tra gli anziani. Ronchi dei Legionari non perderà alcuna identità e nemmeno i servizi essenziali. Chi dice questo sa di dire delle menzogne. E poi non mi si venga a dire che la nostra sia una cittadina vivace. Dopo le 7 di sera c’è il coprifuoco e non c’è alcuna vivacità che presupponga una battaglia come quella voluta dal fronte del no». Una panoramica sulla situazione attuale del territorio oggetto di fusione e del fatto che, già oggi, ogni anno 500 persone si spostano da un Comune all’altro senza grandi problematiche, è stata quindi fatta da Giuseppina Scornavacca, mentre è stata Cristina Carloni a mettere in risalto come la campagna di chi punta al no sia «poco lungimirante e densa di bugie e bufale».

«Si usano metodi poco democratici - ha detto - si catturano le persone e si identificano con metodi poco ortodossi che non fanno parte della nostra storia. Non ci meritiamo discorsi razzisti come ha fatto chi dovrebbe evidentemente stare in un partito diverso dal Pd. Ma nulla ci turba e andiamo avanti». Sono state quidi avanzate proposte sul futuro dei rioni e, quindi, sulla rinascita dei consigli di quartiere, realtà già un tempo molto vivaci, perse del tutto a Ronchi, che possono offrire una nuova e fiorente partecipazione democratica. (lu.pe.)

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