Promotore finanziario a giudizio per truffa

Pierpaolo Visintin, originario di Sagrado, è accusato di aver raggirato 11 persone facendosi consegnare 900mila euro. Il difensore ha chiesto il patteggiamento
SAGRADO. Si era conquistato la fiducia di conoscenti e perfino di qualche parente alla lontana, tutti residenti tra Sagrado, Gradisca e dintorni. Undici persone che credevano davvero che Pierpaolo Visintin, 48 anni, originario di Sagrado ma residente a Sesto al Reghena, potesse davvero far fruttare i soldi ricevuti: in totale oltre 900mila euro. Invece quei soldi sono spariti e alla lunga è emersa la vera natura di Visintin: un truffatore incallito, altro che promotore finanziario. Che a fine mese, al Tribunale di Gorizia, su richiesta del suo avvocato, il legale udinese Roberto Cianci, patteggerà l’ennesima pena per il reato di truffa. Visintin sarà presente in aula provenendo dall’attiguo carcere di via Barzellini, dove sta scontando un pena patteggiata di quattro anni inflittagli dal Tribunale di Pordenone sempre per il medesimo reato. In questo caso le vittime della truffa avevano prestato fede alle promesse del broker di investire i propri risparmi in strumenti finanziari nazionali ed esteri, di fatto, però, ampia parte dei loro soldi finivano nelle tasche dello stesso broker oppure destinati a irrilevanti rimborsi di altri investitori in attesa di vedere i frutti delle somme investite. Le indagini avevano permesso di accertare che le somme di denaro così acquisite, invece di essere investite in strumenti finanziari, erano state in parte destinate a finanziare la squadra di calcio a 5 "New team Fvg" di San Vito al Tagliamento, che militava nella massima serie nazionale, e di cui il broker era presidente, nonché a spese personali tra le quali vacanze e regali di nozze.


Ma Visintin, che sapeva conquistare la fiducia del prossimo grazie alla sua affabilità, ha commesso truffe anche in Veneto.


La vicenda che lo vede coinvolto nel processo al Tribunale di Gorizia (ieri l’udienza filtro presieduta dal giudice Coppari) trae origine dalla denuncia presentata da undici persone isontine che tra il 2012 e il 2013 avevano prestato soldi, molti soldi a Visintin credendo nelle sue asserite “doti” di moltiplicatore di profitti. Tra le posizioni più pesanti delle undici parte offese quella di una signora alla quale era riuscito a scucire, con false promesse di investimenti vantaggiosi, la bellezza di 214mila euro in contanti, somma che Visintin - così sostiene l’accusa - spendeva “per fini personali”. Alla richiesta della donna di riavere 130mila euro per acquistare una casa al figlio, Visintin “riferiva falsamente di aver ottenuto un finanziamento regionale a fondo perduto per 30mila euro rivelatosi in realtà un mero prestito al fine di tenere celata la propria condotta”.


Si inventava di tutto Visintin. In un caso aveva falsificato un modulo per l’incasso di un assegno provente da spese giudiziarie; con tale falso documento aveva indotto una coppia a prestargli quasi 60mila euro promettendo una rapida restituzione. Atto mai avvenuto. Davanti a tali contestazioni e agli innumerevoli precedenti all’avvocato non è rimasto altro che chiedere il patteggiamento.


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