Pronte le 62 case dell’Ater Capofonte torna a vivere

di Piero Rauber
Quei due curvoni che s’inerpicano oltre via delle Cave e che isolano il tratto alto di via Capofonte dal resto del mondo (eccezion fatta per i residenti sottostanti, che a più riprese si sono lamentati per i disagi legati al cantiere ora concluso) è come se avessero steso un velo da prestigiatore sulla trasformazione in atto proprio lì. È l’area dell’ultracinquantenario comprensorio di emergenza abitativa del Demanio, preso nove anni fa dall’Ater, che ne ha ricavato 62 alloggi nuovi di zecca, destinati ora ad altrettante famiglie aventi diritto in base alle graduatorie vigenti.
Ieri mattina, in occasione di una conferenza stampa in loco, invitati Piero Tononi come consigliere regionale delegato dalla giunta Tondo ed Elena Marchegiani da assessore alle politiche per la casa di Cosolini, il presidente dell’Ater Rocco Lobianco ha levato quel velo, esibendo così, agli occhi della città, l’esito della trasformazione fatta con i soldi (sei milioni e 900mila euro) messi sul piatto da mamma Regione nell’ambito di un bando per il recupero urbano, edilizio e sociale di zone degradate. E che trasformazione: i quattro vecchi edifici abbandonati e diroccati di quell’area, per 128 mini-appartamenti, che fino a oltre la metà degli anni Duemila avevano fatto persino da tetto abusivo per senza casa, ora poco ci manca possano essere scambiati per villette a schiera, tanto sono diventati graziosi. Mica solo dignitosi.
Ogni palazzo ha quattro piani ed è suddiviso in due civici indipendenti. Fanno otto condomini per totali 62 appartamenti pronti per essere abitati previo arredamento, tra i 41 e gli 89 metri quadrati più terrazze (solo al piano terra non ce ne sono). La chiusura formale della riqualificazione e l’avvio della consegna delle chiavi ai beneficiari hanno avuto luogo a fine ottobre, e ad oggi risultano già “vissuti” 43 dei 62 alloggi. Per gli altri 19 è questione di giorni. Vi sono entrati, e vi entreranno, le famiglie che ne hanno diritto secondo la graduatoria del bando 2006, e che pagheranno un affitto tra i 16 e i 400 euro al mese, dipende dal reddito familiare.
Un piccolo paradiso a prezzi politici, insomma. Un paradiso isolato cui, al tempo stesso, va garantita lunga vita da eventuali vandalismi o gestioni domestiche, per così dire, allegre. «Mi auguro - così Lobianco - che chi viene ad abitare qui abbia rispetto di un bene costruito coi soldi della collettività. L’Ater monitorerà». «Proprio l’altro giorno - questo Tononi - la giunta Tondo ha confermato un occhio di riguardo in Finanziaria per le politiche abitative, affinché possano essere mantenuti i livelli finanziari degli ultimi anni». «Noi confidiamo, in quest’occhio di riguardo della Regione - la chiosa della Marchigiani - specie su Trieste, dove la domanda abitativa, che viene da vecchie e nuove povertà, è crescente».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo