Proroga delle concessioni demaniali dalla Regione la smentita al Comune

Callari: «Prorogate al 31 dicembre 2021 senza bisogno di altri atti». Raugna: «Noi gli unici ad agire con responsabilità»
Bonaventura Monfalcone-Inaugurazione stagione 2017-Grado-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-Inaugurazione stagione 2017-Grado-foto di Katia Bonaventura

Antonio Boemo / GRADO

Dopo quello sulle Terme marine un altro scontro prende forma tra la Regione e il Comun di Grado: le concessioni demaniali.

«Tutti i titolari di concessioni demaniali turistico-ricreative e diportistiche rilasciate in Friuli Venezia Giulia dalla Regione e dagli enti locali – ha dichiarato l’assessore regionale al Demanio, Sebastiano Callari – beneficiano ex lege della proroga delle stesse fino al 31 dicembre 2021, senza bisogno di altri atti».

È una precisazione dell’assessore seguente alla proposta di estensione della concessione fino al 2033 fatta pervenire dal Comune di Grado ai singoli operatori. La proroga annuale, contenuta nella collegata alla legge di Stabilità che entra in vigore da gennaio rende inutile, secondo Callari, ogni altra iniziativa di amministrazioni pubbliche del Fvg che propongano ai concessionari di sottoscrivere manleve o liberatorie. «Non ha alcun senso giuridico soprattutto alla luce di una possibile procedura di infrazione da parte dell’Unione europea – ha aggiunto l’assessore –, atteso che le stesse avrebbero quale unico effetto quello di perpetuare uno stato di incertezza in capo ai concessionari, i quali si vedrebbero a essere dichiarati inevitabilmente decaduti all’atto di ogni diversa decisione dovesse assumere il Governo o l’Ue in merito».

In poche parole Callari dice che quanto fatto dal Comune di Grado è inutile: «Le voci e le polemiche su un ipotetico documento da firmare da parte dei concessionari del litorale di Grado in vista di una proroga fino al 2033 non ha senso di esistere».

Vige, dunque, quanto fissato in legge regionale di Stabilità ovvero la proroga tecnica delle concessioni fino al 31 dicembre 2021: «Il resto è un nulla giuridico».

Callari ha precisato che appare addirittura «dannoso per gli operatori economici la firma di qualunque atto amministrativo attualmente proposto, per esempio, dal sindaco di Grado, visto che tale atto espone a un ricorso al Tar da parte di terzi, mentre la proroga ex lege prevista dalla norma regionale salva la stagione 2021 in attesa che il quadro normativo venga meglio definito».

Sul tema, in sintonia con Callari, interviene anche il consigliere comunale Roberto Marin che afferma che sottoscrivere l’atto del Comune, significa mettersi in pericolo di ricorso mentre la proroga di un anno della Regione non è invece impugnabile da nessuno se non dal governo innanzi la Corte Costituzionale: «Di fatto la stagione è salva senza se e senza ma». Di parere opposto quello del sindaco di Grado, Dario Raugna che a fronte di quello che definisce uno «scenario incerto e confuso» vede invece «il Comune, unico nel Friuli Venezia Giulia e tra i pochissimi in Italia, assumersi la responsabilità di emettere un provvedimento di estensione fino al 2033 per tutte le concessioni demaniali turistico-ricreative». Raugna critica anche l’amministratore Unico della Git, Alessandro Lovato per aver fatto allarmismo sulla situazione. «Restando in metafora per come espressa da Lovato su Il Piccolo, il Comune ti concede di coltivare il campo fino al 2033, ma nel contempo ti avverte che in caso di tempesta non ti risarcirà; la Regione ti concede d’ufficio la possibilità di coltivarlo per solo un anno, giusto il tempo per cercare un nuovo agricoltore. Non credo occorra un fine stratega per comprendere quale sia la soluzione migliore tra quelle attualmente in campo, sempre in attesa che il legislatore faccia ulteriore chiarezza su un argomento spinoso di strettissima attualità».

E c’è pure l’intervento del consigliere regionale dei dem Diego Moretti: «Pensare di accusare l’amministrazione comunale gradese per aver inserito – nella bozza del contratto fino al 2033 – una corretta norma di salvaguardia, è sbagliato. Aver prorogato, a Grado, al 2033 le concessioni balneari, pur con una clausola di manleva per il Comune che si attiverà qualora a livello nazionale (o europeo) la situazione normativa dovesse cambiare, rappresenta un fatto importante». —

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