Prorogato lo sfratto un mese alla Crismani per trovare l’intesa

di Matteo Unterweger
Un mese di tempo in più. Per trovare l’intesa sul nodo della nuova banchina, e scongiurare così il rischio occupazionale che pende sul capo di 35 dipendenti. Il gruppo Crismani è chiamato entro il 31 gennaio a presentare un progetto definitivo, capace di coprire tutte le esigenze della ditta, per l’operatività nell’area del canale navigabile sulla quale l’azienda vorrebbe lavorare a pieno regime nel post-trasferimento dal Porto vecchio. Per farlo, però, ha bisogno anche di 300 metri lineari di banchina dove sistemare i propri mezzi marini. E su questo punto, l’accordo con l’Autorità portuale non c’è ancora.
L’incontro di lunedì scorso al palazzo del governo, vertice convocato dal prefetto Alessandro Giacchetti per tentare di trovare una soluzione al “caso Crismani” alla luce del pericolo licenziamenti, si è chiuso con un impegno dell’Authority a prorogare la data dello sfratto dal Porto vecchio: la ditta non dovrà più lasciare il sito dove opera (e che ricade nell’area andata in concessione a Portocittà) il primo gennaio, come da “avviso” iniziale dell’Autorità portuale, ma il 31 dello stesso mese. Un po’ di fiato, ma i rischi per i lavoratori restano. Spiega Alessandro Bullo, amministratore delegato della Crismani: «L’incontro in prefettura, presenti il prefetto Giacchetti, la Capitaneria di porto e i funzionari dell’Authority delegati dalla presidente, non ha portato a passi avanti sostanziali per quanto riguarda una soluzione definitiva del problema, cioè sulla questione della banchina - afferma Bullo -. Come atto di buona volontà, alla luce dell’impegno dell’Autorità portuale a prorogare il termine di un mese, ho garantito che per il momento il discorso del personale viene posticipato a dopo il 31 gennaio. In questo periodo di tempo il mio gruppo è intanto chiamato a presentare all’Authority un progetto definitivo che preveda la collocazione sul canale navigabile e in grado di coprire le nostre esigenze. A quel punto, l’Autorità portuale prenderà le sue determinazioni compatibilmente con quanto da noi espresso».
Ma la permanenza lungo la banchina in Porto vecchio, secondo i vertici del gruppo Crismani, dovrebbe comunque protrarsi anche oltre il 31 gennaio: «Ci aspettiamo un consenso da parte dell’Authority sul piano che presenteremo. Però - prosegue Bullo - il nostro spostamento dovrà essere posticipato ancora nel tempo, perché dal progetto si deve passare all’esecutività dello stesso. E per questo ci vogliono mesi. In questo momento abbiamo solo una data, il 31 gennaio. Poi le parti dovranno risentirsi e riaccordarsi sperando che si arrivi alla soluzione definitiva». Soluzione che era stata individuata nell’era-Boniciolli al vertice del Porto nell’area della banchina ex Vetrobel e per tutto il tratto di demanio dalla banchina ex Vetrobel a quella Italcementi, incluso lo spazio acqueo antistante. Pare però che in seno all’Authority, oggi guidata da Marina Monassi, vi siano ancora resistenze a questa prospettiva. «Se il quadro non dovesse cambiare, le nostre determinazioni al 31 gennaio - conclude l’ad della Crismani - non potranno essere che quelle già ipotizzate: richieste di danni commerciali all’Authority e licenziamenti per 35 dipendenti. Naturalmente mi auguro che la trattativa vada a buon fine, non ha senso arrivare a una rottura».
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