Protesta contro la transazione sull’amianto

Striscione davanti all’ex pretura prima dell’inizio del Consiglio: «Svenduti per 140.000 sporchi denari»
Bonaventura Monfalcone-04.02.2016 Protesta-Consiglio comunale-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-04.02.2016 Protesta-Consiglio comunale-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

La pioggia e la bora non hanno fermato mercoledì sera la manifestazione davanti all’ex pretura, prima dell’inizio della seduta del Consiglio, dei partiti e movimenti di centrodestra contro la revoca della costituzione di parte civile nei processi amianto decisa dalla giunta comunale, a ranghi ridotti, lo scorso luglio. L’ex consigliere comunale Anna Cisint, consiglieri della Lega Nord, esponenti del Partito pensionati, di Fratelli d’Italia, del Partito Italia nuova e dell’associazione Monfalcone Domani si sono ritrovati dietro uno striscione su cui campeggiava la scritta “Svenduti per 140.000 sporchi denari”.

L’iniziativa era stata decisa perché il Consiglio avrebbe dovuto discutere la mozione presentata dalla Lega Nord appunto sulla revoca della costituzione di parte civile e per chiedere al sindaco Silvia Altran e all’amministrazione di tornare sui propri passi. L’esame del documento è stato rinviato alla prossima seduta, che verrà preceduta da un nuovo sit in, come preannunciato da Anna Cisint e da altri partecipanti. «Mi spiace per il sindaco Silvia Altran, ma questa vicenda è stata tutt’altro che metabolizzata - ha detto mercoledì sera Cisint -. In tanti in questa città si sono sentiti e si sentono umiliati e svenduti e ora il sindaco e il Pd, la maggioranza devono dire da che parte stanno: se dalla parte di Fincantieri, l’unica a ricavare un vantaggio dall’accordo, o dalla parte della comunità».

La mozione è nata, come ribadito dall’ex consigliere, «dopo le mancate risposte alle interrogazioni presentate a fine estate». «Con la mozione c’è la possibilità di rivedere quella scelta e garantire la costituzione di parte civile nei prossimi processi che andranno a dibattimento - ha sottolineato -. In Consiglio tutti sono chiamati a mettersi una mano sulla coscienza e a esprimersi secondo coscienza, a prescindere da eventuali linee di partito, ma fornendo un segnale di dignità, dimostrando che questa città non è uno zerbino». Durante la seduta di mercoledì non si è parlato della questione amianto, mentre è emersa quella dell’incidenza maggiore alla media nelle donne del Basso Isontino di tumori alla vescica che hanno, secondo l’Agenzia Internazionale Iarc, tra i fattori cancerogeni arsenico, vernici, composti organici, tra cui i derivati del carbone. A chiedere che lo studio epidemiologico sia presentato pubblicamente è stato il capogruppo della Ln Federico Razzini con un’interrogazione. «Gli studi vanno resi pubblici, va chiarita quale sia la concentrazione di arsenico e cadmio e poi assunte le azioni conseguenti», ha detto Razzini. Il sindaco Altran ha assicurato che l’esito degli studi sarà portato alla Conferenza dei servizi per il rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale della centrale A2a, «dove il Comune ribadirà il proprio “no” all’uso del carbone».

Laura Blasich

Riproduzione riservata © Il Piccolo