Protezione civile, il “boss” di Duino lascia

DUINO AURISINA. Frasi forti. Tono deciso, risoluto, che non ammette repliche. Danilo Antoni, architetto, per anni capo della Protezione civile del Comune di Duino Aurisina, abbandona il suo ruolo attuale di caposquadra ed esce dal Municipio sbattendo la porta. Il testo col quale si congeda dal gruppo che deve garantire la sicurezza sul territorio è esplicito: «Le mie dimissioni - scrive - sono originate da ragioni di carattere ideologico». Ma non basta. Antoni parla di una situazione «che di fatto rendeva impossibile il mio lavoro all'interno della squadra. L'evoluzione del sistema della Protezione civile a livello regionale - aggiunge - a mio parere non rispetta le caratteristiche socio economiche del territorio».
Fin qui siamo su temi generali. Ma Antoni non si ferma, e punta il dito senza incertezze: «Il rapporto fra me e questa amministrazione comunale era diventato assolutamente inadatto». precisa. Ma i sassolini nella scarpa non sono esauriti, anzi quelli più spigolosi devono ancora arrivare: «Reputo inaccettabile il comportamento adottato nei miei confronti dal sindaco, Vladimir Kukanja - sottolinea - che mi ha negato ogni rapporto di collaborazione e di comunicazione, nonostante io abbia svolto il mio ruolo in maniera che ritengo ineccepibile. Per giunta - insiste Antoni - le critiche sono state formulate senza fondate argomentazioni e in contrasto con la normativa e le prassi vigenti».
Come se non bastasse, Antoni lamenta anche il fatto che «il sindaco avrebbe dovuto scusarsi con me, dopo avermi accusato di non saper fare il mio lavoro nell'ambito della Protezione civile. Opinione rilevatasi infondata - continua l'ex responsabile della Protezione civile - come attestato da sentenze dei Tribunali competenti in materia». Antoni fa anche capire che non avrebbe dato le dimissioni se fosse dipeso da lui, ma che la decisione è maturata «a causa dell'intollerabile situazione provocata dal sindaco». Poi l'architetto con la passione per il volontariato spiega che «mai è stata attuata la mia richiesta scritta di poter relazionare al Consiglio comunale sui risultati del lavoro del gruppo e miei personali. Stessa sorte - prosegue - è capitata a quella, sempre firmata da me, di ottenere la revisione di tutte le spese sostenute dagli Uffici comunali con le sovvenzioni della Protezione civile regionale, antecedenti il 2012. Inattuata infine - conclude Antoni - la mia domanda di approvazione della bozza del Regolamento della squadra della Protezione civile redatta assieme all’amministrazione, così come non sono state formalizzate, sempre dalla stessa amministrazione, le definizioni degli immobili assegnati alla squadra».
Kukanja replica con altrettanta precisione, anche se il sindaco preferisce utilizzare toni meno accesi e termini pacati: «Tutto è iniziato - dice - nel momento della chiusura del Rilke. In quella fase, Antoni era sia direttore dei lavori per conto del Principe di Torre e Tasso, nella cui proprietà cade il tratto più lungo del sentiero, sia capo della Protezione civile. Reputai tale doppio ruolo inopportuno e lo dissi allo stesso Antoni e a tutta la squadra. Ritengo - sottolinea il sindaco - di essere stato corretto e trasparente nel fare tale comunicazione. Va ricordato - osserva Kukanja - che i componenti della Protezione civile del nostro Comune, una trentina complessivamente, sono tutti volontari. La volontarietà c'è o non c'è - precisa - perciò proprio non capisco da quale inquietudine sia turbato Antoni». Passando poi ai temi generali, il sindaco sottolinea che «il regolamento è fatto autonomamente dai componenti la Protezione civile, mentre la gestione del personale deve rimanere al Comune, com’è logico che sia. Il regolamento poi - conclude - è basato su uno standard regionale e a breve, in virtù di una riforma nazionale che sta per essere varata, il sistema della Protezione civile sarà interamente rivisto, perciò non avrebbe senso adottare oggi un Regolamento che domani potrebbe dover essere modificato dall'alto».
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