Prove di dialogo al San Giusto tra vertici e diportisti

La nuova concessione trentennale che il Comitato portuale ha approvato a favore del Marina San Giusto sea center, trovatosi nei mesi scorsi sull’orlo del fallimento, può cambiare l’atteggiamento anche dei titolari di ormeggio apparsi in passato critici nei confronti della governance che aveva chiesto loro un contributo complessivo di 250mila euro per uscire dalla crisi finanziaria. Il dialogo però non è ancora partito. «Abbiamo chiesto un incontro al presidente Paolo Zelco - spiega Augusto Debernardi, il presidente di quello che è stato chiamato Comitato San Giusto (vicepresidente è Roberto Nordici) - ma non abbiamo ancora avuto risposta». Il Comitato raggruppa una trentina di proprietari di ormeggio e ha aperto un conto corrente presso la Banca popolare di Vicenza, ma qualche deposito già fatto è stato congelato in attesa di ottenere chiarimenti definitivi sullo stato di salute dello yacht club.
Ieri il Comitato ha diffuso un comunicato stampa in cui «plaude alla nuova concessione trentennale decisa dall’Autorità portuale che riconosce un impianto foriero di sviluppo economico e conferisce alla dirigenza del Marina San Giusto l’opportunità di attuare le proprie competenze ai fini dell’auspicato risanamento economico-finanziario». Contestualmente il Comitato, «ricordando che la società ha stipulato parecchi contratti di prestazioni di servizi portuali e di affittanza, rimane comunque attivo per rappresentare nelle dovute sedi gli interessi degli utilizzatori associati e per far valere sia le loro valenze che le loro aspettative in uno spirito di collaborazione e di stimolo a 360 gradi». I titolari di ormeggio sono complessivamente un centinaio, ma tra di loro vi sono anche parecchi dei soci azionisti che a propria volta si sono impegnati a versare 250mila euro dopo che in una delle ultime assemblee dell’anno scorso era stato approvato un aumento di capitale di un milione. (s.m.)
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