Prove tecniche di decollo per l’aeroporto, un ex caposcalo alla guida della Consortile

Adriano Ceccherini in sella alla società di gestione. Cinque i componenti del Cda che lavoreranno a «indennità zero»
Bumbaca Gorizia 28.12.2018 CCIAA riunione su aeroporto © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 28.12.2018 CCIAA riunione su aeroporto © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA All’inizio fu Ariano Medeot che gestì il difficile passaggio della gestione dello scalo dall’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) alla Consortile. Poi, venne l’interregno (durato assai poco) di Roberto Silli che ha consentito, però, di «scoprire» (ma, forse, lo si doveva già sapere) la situazione delicatissima dei conti della società, reduce da più di tre bilanci in profondo rosso.

Da ieri, è iniziata una nuova vita per la società consortile che gestisce e dovrà far uscire dalle sabbie mobili l’aeroporto “Duca d’Aosta” di Gorizia. E il nome su cui i soci, e il Comune di Gorizia, hanno puntato con decisione è quello di Adriano Ceccherini, già caposcalo passeggeri in aeroporti inglesi, membro della American Institute of Aeronautics, con un bagaglio di esperienze aeronautiche notevolissimo, consulente Pipistrel, già vicepresidente dell’Aeroporto Fvg, con un solido rapporto con Enac e portacolori della Lega Nord. «È la persona - sottolinea il sindaco Rodolfo Ziberna - che ne conosce di più in tema di scali aeroportuali e governance. È davvero la persona giusta al posto giusto. E parliamo di competenza specifica e non certamente di appartenenza politica. Avevamo bisogno di persone esperte e tutto il Cda ha componenti che sanno il fatto loro».

Le riunioni. La designazione è avvenuto ieri mattina in Camera di commercio. Prima si è riunita l’assemblea dei soci che ha nominato il nuovo Consiglio di amministrazione, poi, in rapida successione, il Cda ha subito proceduto con la nomina alla presidenza di Ceccherini. C’è anche un’altra novità: la squadra di amministratori passa da tre componenti a cinque. Il primo, superficiale commento potrebbe essere: ecco una nuova moltiplicazione di poltrone per soddisfare gli amici e gli amici degli amici. La verità è che si tratta di poltrone assai poco confortevoli perché si tratta di cariche (come nei precedenti Cda, del resto) non retribuite. Ovvero Ceccherini e soci faranno una sorta di volontariato. Non percepiranno il becco di un quattrino.

Il tavolo. Il resto del consiglio d’amministrazione è composto dalla commercialista Elisa Fantin; da Fabio Garizio, segretario del Collegio dei geometri e esperto in progettazioni impiantistiche e sicurezza; Fabio Flenda, medico specializzato in medicina aerospaziale e dall’avvocato Petra Maronese, di madrelingua slovena. «Quest’ultima nomina - precisa Ziberna - è avvenuta su indicazione dell’opposizione consiliare sulla base della professionalità. È stato il consigliere comunale Walter Bandelj a mettere in campo la sua candidatura».

Il mandato. Il Comune, per prima cosa, anticiperà 50 mila dei 150 mila euro che arriveranno dritti dritti dalla Regione. «L’assemblea - annotano il sindaco Ziberna e l’assessore comunale Dario Obizzi - ha sollecitato il Cda di dotarsi nel più breve tempo possibile di un piano industriale credibile e attuabile». «Dovrà essere, in altre parole, una programmazione che dovrà dimostrare la sostenibilità economica della Consortile ai sensi della legge Madia», fa eco Massimiliano Ciarrocchi che rappresenta la Camera di commercio Venezia Giulia all’interno dell’assemblea dei soci.

I 150 mila euro stanziati dalla Regione per la parte corrente serviranno, istantaneamente, a pagare il servizio anti-incendio. «Nel nuovo Cda - prosegue Ciarrocchi - ci sono profili validi, ovvero figure che abbracciano tutte le competenze necessarie a far compiere un salto di qualità alla società di gestione». Il mandato sarà quello di lasciare da parte le grandi opere faraoniche. «Bisognerà compiere - riprende Ziberna - un passo dopo l’altro. È essenziale rimettere in sesto l’hangar, realizzare uffici e bagni, risistemare le palazzine d’ingresso realizzando un ristorante/bar che possa diventare luogo di aggregazione per i nostri giovani. Così potranno tornare gli aerei, gli ultraleggeri, l’aeromodellismo. Il “Duca d’Aosta” deve tornare a essere un’opportunità. Per tutti».

Il rilancio. L’aeroporto Duca d’Aosta, per qualità del terreno e per quantità di superficie (150 ettari), è tra i più fruibili scali minori nell’area transfrontaliera. Il piano, elaborato già dal precedente consiglio d’amministrazione guidato da Ariano Medeot, si suddivideva in tre fasi. La prima è stata completata con la verifica delle piste, l’allestimento del servizio anti-incendio (che costa 100 mila euro all’anno alla consortile ed è stato fonte di problemi finanziari) e il completamento della separazione airside e landside. La seconda fase, tutta da realizzare, riguardava il recupero degli immobili: dall’hangar Gleiwitz alla palazzina 43, dall’officina III tipo al magazzino Msa, dall’autorimessa 3 al fabbricato contrassegnato dal numero 4. C’era anche la terza (e ultima) fase che prevedeva la riqualificazione dell’ex ufficio del demanio, del cinema, degli alloggi destinati ai sottoufficiali, dell’officina meccanica, dell’ex sede aeromodellisti e dell’ex parcheggio privati. Occorrerà vedere se queste tappe verranno confermate. —


 

Argomenti:aeroporti

Riproduzione riservata © Il Piccolo