Provincia, i “gioielli” valgono 94,4 milioni

I “gioielli di famiglia” della Provincia valgono quasi 95 milioni di euro, 94.398.924 per essere precisi. Questa è la cifra, rimasta sino ad oggi riservata, che scaturisce dall’inventario effettuato dalla Provincia. E 94,3 milioni valgono solamente le collezioni: nel totale non rientra, infatti, il valore degli immobili che farebbe schizzare letteralmente in orbita i numeri. Una partita importante, dunque.
Patrimonio
dall’eccezionale valore
«Balza all’occhio - si legge nella relazione - l’enorme valore del patrimonio archivistico e bibliografico della Provincia di Gorizia. Riguardo l’Archivio storico e biblioteca, il suo valore è incommensurabile, non solo e non tanto economico ma identitario. Il fondo degli Atti degli Stati provinciali contiene la “Morelliana”, vale a dire il corpus riordinato dal de Morelli per la scrittura della sua “Istoria di Gorizia” (aa. 1500-1754). L’altra sezione è ancora più ampia (aa. 1379-1908): urbari, atti giudiziari, atti notarili, testamenti, atti ecclesiastici, affari economici raccontano la storia di questa Contea dal 1300 alla sua fine. Nella Pinacoteca ci sono 736 dipinti: 32 di questi valgono cadauno più di 50.000 euro. Ci sono anche 2.228 stampe, 162 disegni, 13 sculture in deposito. La Provincia conserva anche le medaglie e le onorificenze date ad Graziadio Isaia Ascoli, poi lasciatr ai Musei provinciali».
Un compleanno
importante
Tra qualche settimana sarà festeggiato il 155° compleanno. «La Dieta provinciale - spiega l’assessore provinciale alla Cultura, Federico Portelli - decretò infatti l’istituzione del nostro Museo il 17 aprile 1861 per raccogliere le memorie storiche e naturali di Gorizia e della sua Contea. Oggi questi beni sono articolati in diverse sezioni. E tutte raccontano la storia antica, medievale e moderna della terra isontina e della sua massima istituzione territoriale, l’antica Contea, di cui l’odierna provincia è l’erede materiale e morale. In questo corpus, importanti sono anche le collezioni che gli attuali Musei ereditarono circa un secolo fa dal Museo civico di Gorizia, sorto nel 1910 ed attivo per pochi anni prima della Grande Guerra in particolare per raccontare la storia e l’artigianato goriziano. Poi, quanto ne sopravvisse ai disastri morali e materiali della Grande guerra, confluì assieme agli altri beni superstiti in un unico Museo gestito dall’amministrazione provinciale».
Rammenta Portelli: «Noi gestiamo e valorizziamo, oggi, un patrimonio accumulato in secoli di storia. Portiamo avanti, in questa generazione, quanto le generazioni precedenti ci hanno lasciato. L’istituzione museale è sopravvissuta a due guerre mondiali e a diverse ridefinizioni statuali e di perimetrazione di assetti territoriali. Nonostante tutto, credo che ce la faranno anche questa volta».
L’attacco
alla Regione
Portelli non è tenero con la Regione, come non lo fu nei giorni scorsi il presidente Gherghetta. «Una cosa è chiara: come detto fin dall’inizio di questa partita, quando altri preferivano la polemica alle analisi serie, noi non firmeremo mai la cessione di questi beni alla Regione. Questo governo regionale - attacca Portelli - si è già intestato un “merito”: quello di aver soppresso l’ente territoriale che era rimasto, come Provincia nella Repubblica Italiana, erede della Contea (lo fece, in passato, solo il governo Mussolini che spartì il nostro territorio tra Udine e Trieste, per qualche anno, salvo poi ricostituirlo). Il secondo “merito” sarebbe ora, come fu fatto dopo la Grande Guerra, la sottrazione al territorio di immobili e di beni della storia goriziana ed isontina. Allòra fu il castello, con l’intento di ricostruirlo. Salvo poi restituirlo, ma solo alla fine del 900. Oggi, stessa sorte toccherebbe ai Musei provinciali. Ripeto: la gestione alla Regione sì, se coinvolge il territorio. La proprietà delle collezioni mai».
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