Pulizia spiagge a carico dei comuni: l’emendamento spiazza Grado e Lignano

L’ira di Raugna: «Non abbiamo 500 mila euro annui per i 6 km di arenili». Il proponente Nicoli pronto a ritirare l’atto ma qualcosa va cambiato
Bonaventura Monfalcone-25.04.2018 Spiagge-Costa Azzurra e Parco delle Rose-Grado-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-25.04.2018 Spiagge-Costa Azzurra e Parco delle Rose-Grado-foto di Katia Bonaventura



La pulizia delle spiagge, anche quella dei tratti in concessione ai privati, passi a carico dei Comuni. È questo il senso di un emendamento proposto dai consiglieri regionali di Fi Giuseppe Nicoli e Mara Piccin che, se approvato, potrebbe essere inserito nella legge omnibus in discussione tra oggi e domani. Poche righe, di modifica dell’articolo 43, che però hanno fatto sobbalzare i sindaci di Lignano e Grado, le due principali località turistiche del Friuli Venezia Giulia.

Il primo cittadino di Grado Dario Raugna è su tutte le furie e lo ha fatto sapere con un post su Facebook. «Questo emendamento non mi sembra affatto lungimirante – racconta –. Grado spenderebbe, per pulire i suoi sei chilometri di arenile, circa 500 mila euro l’anno. Ma sono soldi che non abbiamo e che non sapremmo dove tirare fuori, viste le ristrettezze dei bilanci. O meglio: o tagliamo i servizi ai cittadini o aumentiamo ancora la pressione fiscale e non mi sembra il caso».

«È una cosa senza senso – prosegue –: il Comune si troverebbe a sostenere il costo della pulizia di sei chilometri di costa, Git compresa, al posto dei concessionari e a dover scaricare i costi di tutto questo sulla collettività. Profitti ai privati e spese ai cittadini? Noi ci opponiamo». «Purtroppo – commenta sempre il sindaco Raugna – constato che siamo di fronte a una maggioranza regionale che non ha visione strategica, ma vive di politiche di piccolo cabotaggio. Mi auguro che questa norma non venga approvata, o venga ritirata prima della discussione».

Sulla stessa linea pure il primo cittadino di Lignano Sabbiadoro Luca Fanotto.

«Non mi sembra che tutto il centrodestra sia d’accordo con tale norma – spiega –, confido quindi che l’emendamento venga ritirato al più presto. Per l’amministrazione comunale pulire le spiagge sarebbe un aumento di spesa molto considerevole. E poi qui si parla anche di manutenzione ordinaria dei beni del demanio. Quindi cosa vuol dire? Che dovremmo occuparci anche delle terme di Riviera o della Terrazza mare? Mi sembra che la faccenda non sia così chiara».

Il consigliere forzista Giuseppe Nicoli, primo firmatario dell’emendamento, difende le sue ragioni, ma si dice disponibile a ritirare la norma, a patto che si risolva in qualche modo il problema.

«Pulire l’arenile non può restare a carico degli imprenditori – dice Nicoli –. Non dimentichiamo che il turista è un’opportunità anche per negozi e bar di un centro balneare, non solo per la spiaggia. E poi se vogliamo che i nostri arenili possano competere al meglio con le spiagge del Veneto o dell’Istria, che fanno una forte concorrenza, dobbiamo consentire ai privati di investire per migliorare le infrastrutture e i servizi». «Infine – conclude l’azzurro Giuseppe Nicoli – c’è la questione del rifiuto da spiaggia, considerato speciale, che non può essere lasciato alla gestione dei concessionari, anche per l’operatività complicata». Una faccenda tutta da approfondire. –



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