«Qualità a rischio nell’asilo Pettirosso»

Una delegazione di genitori critica la scelta del Comune di statalizzare la struttura di via Brigata Avellino
Di Riccardo Tosques
Bumbaca Gorizia 28-05-12 Protezione civile all'Asilo Pettirosso - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 28-05-12 Protezione civile all'Asilo Pettirosso - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Il Comune ci ha avvisato in ritardo ed ora ci troviamo in una situazione difficile in cui le incognite sono decisamente troppe». L’ampliamento di 25 posti nella scuola materna “Il Pettirosso” realizzato dall’amministrazione Romoli non piace a tutti. Anzi. Ad alcuni genitori dà proprio fastidio.

Valentina Pentassuglia, giovane madre di quattro bambini, è una delle tante mamme che non approva la decisione del Comune di cedere allo Stato i 25 posti che costituivano sino ad ora la scuola dell'infanzia comunale di via Brigata Avellino. «Io ho fatto frequentare Il Pettirosso a tre dei miei figli ed ero felice di avervi iscritto anche il quarto, ma ora le carte in tavola sono state cambiate», spiega la Pentassuglia.

Le critiche avanzate dalla portavoce dei genitori dei 25 bimbi iscritti della (ex) sezione comunale sono molteplici. Innanzitutto il ritardo con cui è stata comunicata la scelta dell’amministrazione comunale. «Abbiamo iscritto i nostri figli il 10 gennaio scorso, e la lettera ci è giunta appena il 30 luglio, una cosa molto strana che purtroppo ci impedisce di poter tornare sui nostri passi è scegliere magari un altro asilo», spiega la portavoce.

Ciò che preoccupa maggiormente i genitori è il “cambio di gestione”. Sia per quanto riguarda la qualità dell’insegnamento, che per gli orari che potranno recare inevitabilmente dei disagi.

«Con la gestione comunale c’erano due maestre estremamente valide e preparate, ora ne arriveranno quattro che non conosciamo: fermo restando l’auspicio che siano altrettanto qualificate, questo cambiamento non ci piace». Insomma la «qualità» del Pettirosso potrebbe essere a repentaglio.

L’altro grosso nodo invece riguarda gli orari: le scuole statali e comunali osservano infatti degli ingressi e delle uscite differenti.

«Noi siamo abituati a certe tempistiche che si conciliano poi con i rispettivi lavori. Le scuole comunali prevedono l’entrata alle 7.30 e l’uscita alle 16.30. Gli istituti statali invece prevedono l’entrata alle 8 e l’uscita alle 17.30, ossia ben un’ora dopo rispetto al solito». Dalle prime indicazioni giunte dal Comune però gli orari per il primo anno rimarranno adeguati a quelli in voga negli istituti comunali. «Ma non abbiamo nessuna garanzia sul fatto che anche per tutti e tre anni i nostri figli appena iscritti potranno godere dell’orario prescelto da noi genitori al momento dell’iscrizione».

Quale dunque la soluzione proposta dai genitori? «Avere un incontro a breve con l’amministrazione comunale per confermare la scelta di ampliare la scuola a due sezioni, ma mantenendone una comunale, in modo tale da non penalizzare chi ha deliberatamente scelto Il Pettirosso per le sue storiche indubbie qualità».

Insomma il malcontento serpeggia in maniera più che palpabile tra i genitori. Sulla vicenda l'assessore comunale ai Servizi educativi di Gorizia Silvana Romano pochi giorni fa era stata subito chiara: «Nulla cambierà dal punto di vista del servizio, le mamme e i bimbi troveranno tutto quello a cui erano già abituati». La conferma è arrivata anche ieri: «I genitori vogliono un incontro col Comune? Non ci siamo mai negati, e certo non lo faremo ora. Ci tengo comunque a precisare che gli orari rimarranno gli stessi di quest’anno, come messo per iscritto nelle delibera. Per i successivi due anni ho già promesso di impegnarmi con lo stesso obbiettivo».

E per quanto riguarda la qualità dell’insegnamento? La Romano non ha dubbi: «Fermo restando che la qualità è fatta dalle persone, non posso accettare che l’insegnamento di una scuola statale venga considerato inferiore rispetto a quello comunale, è una cosa che non condivido affatto».

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