Quando Antonio Sticco comprò per 8 milioni di lire il “bagno” di Miramare

Il fondatore del popolare stabilimento a 96 anni non rinuncia ogni giorno al suo aperitivo. «Sempre stato un uomo libero»
Lasorte Trieste 05/06/13 - Antonio Giulio Sticco
Lasorte Trieste 05/06/13 - Antonio Giulio Sticco

Il suo nome è indissolubilmente legato allo storico stabilimento balneare che da oltre mezzo secolo rappresenta un punto di riferimento per intere generazioni di triestini. Ma quella di Antonio Giulio Sticco è una vita decisamente avventurosa, piena di aneddoti ed accadimenti, che merita di essere raccontata. Un uomo che ha sempre deciso di seguire fino in fondo la propria strada, senza mai farsi condizionare dai giudizi altrui o da eventi esterni: una figura che ha fatto della propria indipendenza e della propria libertà una ragione di vita.

L’infanzia Nato in Austria in un piccolo paese vicino a Graz, da padre di origini croate e da madre austriaca, persino la sua data di nascita è avvolta nel mistero, in quanto i genitori decisero di effettuare la registrazione all’anagrafe nei primi giorni del 1917, anche se il piccolo Antonio, secondo di tre figli, in realtà era già venuto alla luce alla fine del 1916. Fino all’età di 16 anni è vissuto a Pola: «Vivevo allo stato brado, nel senso che, dalla mattina alla sera, ero libero di fare quello che volevo: ma in tutto questo non c’era spazio per la cultura, nonostante provenissi da una famiglia benestante. La scuola era il mio peggior nemico».

L’arrivo a Trieste La prima svolta arriva quando il padre decide che è giunto il momento che il giovane Antonio diventi una persona adulta e lo manda a farsi le ossa da solo a Trieste. «È come se all’improvviso mi fossi reso conto di tutto quello che avevo perso fino a quel momento: avevo compreso l’importanza della cultura ed iniziai a studiare ed a divorare i libri». Sticco inizia così a frequentare l’Istituto tecnico Volta e si diploma come perito edile. Subito dopo scocca il momento dell’esperienza militare, con il corso allievi ufficiali a Potenza, terminato il quale arriva l’assegnazione in Africa con il 44esimo reggimento artiglieria. La guerra e la prigionia Quella che doveva essere solo una breve esperienza di pochi mesi, a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale, si trasforma in realtà in una dura pagina di vita. Prima i combattimenti sul fronte in Tunisia, Egitto e Libia, poi i sei lunghi anni di prigionia in India, tanto da venire dichiarato ufficialmente “disperso”. «È stato un capitolo della vita che mi ha fatto odiare la guerra, oltre che comprendere l’assurdità di uccidere. Durante la prigionia ho visto ogni giorno dei miei amici morire o togliersi la vita perché non ce la facevano più. Io sono riuscito a resistere solo grazie alle mie passioni: la natura, lo studio e la musica classica».

La sfida nell’edilizia Archiviata la parentesi militare, per Sticco inizia a Trieste l’esperienza lavorativa nel campo dell’edilizia. Figlio d’arte, si occupa della progettazione e della costruzione di immobili: saranno centinaia gli appartamenti che realizzerà nelle varie zone della città. Ma il suo sogno rimane quello di dedicarsi agli stabilimenti balneari ed il primo esperimento arriva sul litorale di Punta Grossa. «Ho sempre amato il mare e l’idea di costruire degli stabilimenti balneari mi ha sempre affascinato: non solo per una questione di business, ma anche in un’ottica di rifugio personale, nel caso si fossero acuiti gli acciacchi fisici che mi sono stati lasciati in eredità dagli anni della guerra».

Bagno Miramare Da scommessa a mito L’idea geniale però arriva a metà degli anni ‘50: nel tratto di mare situato di fronte alle scuderie nasce lo Stabilimento Miramare Castello: 8 milioni di lire l’investimento iniziale, ma è un’avventura breve. A causa di intoppi burocratici e contrasti con le autorità marittime dell’epoca, Sticco lascia tutto e se ne va a cercare fortuna negli Stati Uniti a Buffalo, insieme alla moglie. Dopo un anno torna a Trieste e stavolta riesce a completare l’opera e a dar vita al bagno che porta il suo nome e che stavolta sorge a poca distanza dal bivio di Miramare. La struttura diventa subito il ritrovo preferito delle più importanti famiglie triestine. «Ancora oggi non so dire cosa aveva di speciale quel luogo: probabilmente un fascino regale dovuto al fatto che quella spiaggia era stata frequentata dagli Asburgo. Una sensazione da sogno che ti prendeva non appena imboccavi quella strada».

Spirito libero Antonio Sticco cederà la gestione dello stabilimento negli anni ’70 ma le fortune del Bagno Miramare si consolideranno nel tempo. Ogni mattina Sticco, nonostante qualche acciacco, non manca mai al suo tradizionale appuntamento con l’aperitivo al bar. «Sono sempre stato una persona libera: un ribelle, un anticonformista che non ha mai riconosciuto nessuna autorità, né politica né religiosa. Ho sempre fatto quello che ho voluto, sono andato avanti per la mia strada, senza mai piegarmi ai ricatti di nessuno. Non esistono insegnamenti da trasmettere: conta solo l’esperienza che ognuno prova sulla propria pelle e dove la libertà è l’unica fonte di energia e di ispirazione di vita».

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