Quando l’acqua diventa un muro invalicabile

Una riflessione sul dramma dei migranti in Mediterraneo lo spettacolo di danza e musica proposto dall’associazione Transmedia arti visive
Bonaventura Monfalcone-14.10.2018 Performance Acqua per Essere-Transmedia-Staranzano-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-14.10.2018 Performance Acqua per Essere-Transmedia-Staranzano-foto di Katia Bonaventura

STARANZANO

Pubblico stregato ed emozioni a non finire nell’eccezionale spettacolo di sabato sera, secondo appuntamento di Arte Open 2018 Itinerari Possibili con il tema “Acqua per essere”, organizzato dall’associazione Transmedia Arti visive diretta da Franco Milani e Nicoletta Leghissa. Uno squarcio di danza moderna mista a video e musica che ha portato una ventata di novità. Protagonista della serata l’acqua, elemento indispensabile alla vita, ma a volte anche “un muro” per i migranti. Dopo i saluti del sindaco Riccardo Marchesan, la sala Delbianco in via Zambon 2 si è gremita di gente e trasformata per l’occasione in un grande palcoscenico dove pubblico e artisti si sono trovati a tu per tu scambiandosi sguardi e suggestioni. La scenografia sullo sfondo presentava sei pannelli bianchi sfalsati e angolati tra loro, trasformati in megaschermi su cui scorrevano i filmati dell’acqua rumorosa ed effervescente, come se sgorgasse da una sorgente.

Tanti applausi alle sei validissime performers del “The Lab Collettivo Contemporaneo”. Le ragazze sono: Benedetta Agostinis, Giada Buiatti, Giorgia Fioretto, Vanessa Gregorin, Serena Millo, Alice Parovel. Voce elettronica Patrizia Oliva, percussioni ed effetti ritmici di Stefano Giust. Il pubblico ha seguito in silenzio lo spettacolo con curiosità. Alice Parovel, danzatrice di talento e coreografa dello spettacolo, è felice a nome delle colleghe, anche per il massiccio afflusso di pubblico. «Ognuna di noi – spiega - fa una libera interpretazione del tema dell’acqua, ha una soggettività nei movimenti, un modo per trasferire la propria emozione al pubblico che ha la possibilità di trarre il messaggio. Nella prima parte abbiamo toccato il tema della memoria personale. Nel finale abbiamo usato delle corde come collegamento fra le persone e il camminare avanti e indietro rappresenta la marea che porta sia il rumore del mare quando è calmo che quando è violento, con i corpi dei migranti trasportati dal mare. Proprio quello che accade ai nostri giorni”. —

CI.VI.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Riproduzione riservata © Il Piccolo