Quanto conosciamo i mari? Lo svela l’indagine dell’Ogs

Lo studio, realizzato a livello nazionale da Swg, fotografa luci e ombre. I rischi della plastica sono noti all’81% degli italiani ma solo il 25% fa attenzione ai rumori
Plastic garbage is swimming on rhe water surface --- Image by © Gary Bell/Corbis
Plastic garbage is swimming on rhe water surface --- Image by © Gary Bell/Corbis



L’emergenza Coronavirus ha accresciuto la consapevolezza della stretta connessione tra salute del mare e salute umana: l’84% degli italiani è ben consapevole dei rischi che l’attività antropica comporta per l’integrità dei nostri mari. Ma mentre il pericolo per i nostri oceani rappresentato dalle microplastiche e dai rifiuti è ben chiaro alla stragrande maggioranza delle persone (l’81%), gli effetti dei cambiamenti climatici vengono ritenuti un problema solo dal 60% dell’opinione pubblica. Sono alcuni dei risultati dell’indagine “Gli italiani e la tutela del mare e dell’ambiente”, promossa dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale – OGS e realizzata da SWG su un campione rappresentativo di cittadini di tutt’Italia.

Lo studio, realizzato in tempi record, è il primo di una serie di sondaggi su questo tema che coinvolgeranno vari Paesi dell’Ue e i risultati ottenuti sono stati già trasmessi alle autorità europee competenti: nel prossimo programma quadro settennale Horizon Europe si punta a un coinvolgimento sempre più importante dei cittadini. L’indagine è stata presentata ieri a Trieste, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani 2020, con una conferenza stampa cui hanno partecipato l’assessore regionale Alessia Rosolen, il direttore generale di Ogs Paola Del Negro, Cristina Pedicchio, membro del CdA di OGS e presidente di Marevivo Fvg, e Maurizio Pessato, vicepresidente di SWG.

I risultati ottenuti dal sondaggio fotografano un’Italia a luci e ombre per quanto riguarda la conoscenza delle tematiche legate alla tutela dei nostri mari: meno della metà degli intervistati, il 47%, dichiara un buon livello di conoscenza del mare. Tra i pericoli per la salute dei nostri mari sono ancora poco percepiti quelli legati alla presenza di specie aliene (31%), che per esempio per il nostro golfo hanno un peso importante, o quelli causati dal rumore provocato dall’uomo (25%). Di positivo c’è che l’opinione pubblica è ormai ben consapevole dell’urgenza di tutelare il mare: la rilevanza media data al tema è di 8,7 punti su una scala da 0 a 10.

I cittadini hanno ben compreso anche il ruolo delle aree marine protette per la salvaguardia delle acque: il 35% degli intervistati si dice favorevole a una loro estensione. Anche l’importanza dell’economia del mare è chiara ai cittadini: il 71% si dichiara d’accordo nel sostenerne lo sviluppo, a patto che tuteli l’ambiente e le biodiversità (58%) e che utilizzi un approccio sostenibile (54%). C’è un 52% degli intervistati che sosterrebbe la creazione di un ministero del Mare e un 66% che vorrebbe un’apposita Agenzia europea.

Si sa ben poco invece di ricerca marina, sia per quanto riguarda l’Italia - il 47% non sa dell’esistenza della Laura Bassi, la nuova nave rompighiaccio dell’OGS che i triestini hanno potuto ammirare durante Trieste Next -, sia per il ruolo giocato dall’Europa in questo settore: la conoscenza delle politiche Ue è davvero scarsa. «La nostra regione è un territorio ideale per le ricerche e lo sviluppo dell’economia del mare», ha dichiarato Rosolen, annunciando insieme a Ogs e Swg un futuro studio che si concentrerà sui cittadini del Fvg. —



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