Quattro “cattedre” a San Giusto in vista dell’arrivo del Papa a Trieste

Quest’anno il ciclo di incontri della Diocesi è dedicato alla partecipazione cioè il tema della “Settimana sociale dei cattolici”, in agenda a luglio a Trieste
Martina Seleni
La presentazione nella sede della Curia. Massimo Silvano
La presentazione nella sede della Curia. Massimo Silvano

TRIESTE Partecipare, tra storia e futuro. È, secondo monsignor Enrico Trevisi, uno dei tratti distintivi – ma verrebbe quasi da dire una delle vocazioni – di Trieste. Il vescovo lo ha sostenuto giovedì mattina in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2024 de “La Cattedra di San Giusto”, il tradizionale ciclo di incontri che la Diocesi propone ogni anno in tempo di Quaresima.

«Quest’anno – ha spiegato il delegato per la Cultura don Sergio Frausin – abbiamo invitato dei relatori che ci aiuteranno a prepararci alla “Settimana sociale dei cattolici”, che si svolgerà a Trieste tra il 3 e il 7 luglio, dedicata al tema della partecipazione».

Il primo incontro in programma nella Cattedrale di San Giusto, mercoledì 21 febbraio alle 20.30, avrà come protagonista il rettore dell’ateneo triestino Roberto Di Lenarda, che parlerà dell’Università come scuola di partecipazione alla vita civile.

Il 28 febbraio sarà quindi ospite suor Alessandra Smerilli, economista, che interverrà sull’esigenza di un’economia che metta al centro la persona umana e l’ambiente.

Il 6 marzo verrà Franco Vaccari, fondatore di “Rondine Cittadella della Pace”, uno studentato internazionale in provincia di Arezzo che accoglie giovani provenienti da paesi che sono teatro di conflitti armati, aiutandoli a scoprire la persona nel loro nemico.

L’esperienza di “Rondine” ha l’obiettivo di elaborare quelle strategie necessarie affinché l’umanità possa gestire creativamente, in modo positivo, i conflitti.

Il 13 marzo, infine, sarà la volta di Elena Granata, docente di Urbanistica al Politecnico di Milano, con un intervento sugli spazi di partecipazione.

«La “Settimana sociale dei cattolici” – ha osservato a sua volta il professor Giovanni Grandi, membro del Comitato scientifico – è un evento che si svolge in Italia dal 1907, e ha rappresentato la modalità con cui i cattolici hanno iniziato a partecipare alla vita politica del Paese. In questa edizione affronteremo un tema che ci è caro: lo stato di salute della nostra democrazia. Gli indici ci dicono che c’è una crisi nella partecipazione, e questo non è un buon segnale. Stiamo aspettando 1.200 delegati da tutta Italia».

Ci sarà, come si sa, anche Papa Francesco, la cui presenza inizialmente non era così scontata. «Il Papa – ha detto il vescovo – ha scelto di venire in questa città speciale rispetto al tema della partecipazione. La storia di Trieste può essere istruttiva sul come imparare dalle ferite del passato: Trieste è un laboratorio di pace per la sua natura multiculturale, multilinguistica e multireligiosa. Siamo inoltre sulla rotta balcanica: sappiamo quanto il Papa sia attento a queste persone che faticano a trovare accoglienza. E mi piace anche ricordare che Trieste è una città della scienza, orientata al futuro»

Riproduzione riservata © Il Piccolo