Quegli embrioni congelati in attesa di futuro al Burlo

Sono 36, concepiti in procreazione assistita e tenuti in crioconservazione Per 26 le coppie devono decidere il da farsi, una decina sono di fatto abbandonati
20051220 - ROMA -POL- FINANZIARIA: DA BONUS BEBE' A PORNOTAX, LA MANOVRA 2006-- Una 'nidiata' di neonati in un'immagine d'archivio. Tetto di reddito di 50.000 euro per la fruizione del bonus bebe', secondo quanto previsto dalla manovra 2006 cosi' come approvata dalla Camera dei Deputati.CIRO FUSCO-ARCHIVIO/ANSA/pat
20051220 - ROMA -POL- FINANZIARIA: DA BONUS BEBE' A PORNOTAX, LA MANOVRA 2006-- Una 'nidiata' di neonati in un'immagine d'archivio. Tetto di reddito di 50.000 euro per la fruizione del bonus bebe', secondo quanto previsto dalla manovra 2006 cosi' come approvata dalla Camera dei Deputati.CIRO FUSCO-ARCHIVIO/ANSA/pat

Sono 36 gli embrioni concepiti e non impiantati nell’utero delle loro mamme e conservati in crioconservazione al Burlo Garofalo. Di questi, 26 sono in attesa che le coppie che li hanno concepiti prendano una decisione sul loro destino. Una decina invece risultano di fatto “abbandonati”. Per la legge italiana si tratta a tutti gli effetti di bambini mai nati, frutto dei programmi di procreazione medicalmente assistita e della scelta dei loro genitori che, per motivi diversi, hanno deciso di lasciarli in eredità ai centro di via dell’Istria, congelati in azoto liquido.

L’Istituto superiore della Sanità ha svolto un censimento di queste creature mai nate. Sono 3.415 a livello nazionale quelli dei cui genitori si conosce il nome; per altri 6.079 non è possibile risalire alla famiglia di provenienza.

Nel giro di quattro anni il numero delle coppie che si rivolgono al Centro per la procreazione medicalmente assistita (Pma) del Burlo è praticamente raddoppiato. E di conseguenza anche i tempi d’attesa. Basti pensare che nel 2009 per sottoporsi a un intervento di fecondazione in vitro le coppie attendevano sei mesi. Oggi si arriva a dodici.

«Ogni anno nel nostro centro pratichiamo 400 tentativi di fecondazione assistita in vitro – spiega Giuseppe Ricci, responsabile della struttura - e 600 tentativi di inseminazione intrauterina. Noi seguiamo con rigore quanto prevede la legge 40 e le successive modifiche e dunque, come imposto, trasferiamo gli embrioni congelati in utero appena possibile». Le coppie che hanno degli embrioni congelati vengono contattate regolarmente dal Burlo per capirne le intenzioni. Molte, però, dopo alcuni anni risultano addirittura irrintracciabili. «I loro embrioni restano, come vuole la legge – precisa Ricci - congelati per un tempo indefinito».

Ma perché sempre più coppie anche a Trieste sono costrette a ricorrere a questo metodo di procreazione? «Per questioni anche economiche si tenta la prima gravidanza in età più avanzata, quando la fertilità è ridotta – specifica Ricci – ma si rileva soprattutto un aumento dell’infertilità maschile e delle malattie sessualmente trasmesse. Delle coppie che si rivolgono a noi – aggiunge Ricci - il 56% arriva da fuori Trieste, il 10% da fuori regione, specialmente dal Veneto». Tre i Pma della regione: oltre a quello del Burlo ci sono quelli della casa di cura Città di Udine e dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone. In Italia se ne contano 270.

Quello che decidono di intraprendere le coppie alla ricerca di un bambino è un percorso complesso che richiede uno sforzo fisico ed emotivo rilevante. E al Burlo arrivano quando hanno già tentato il tutto per tutto. «È la risorsa estrema, un percorso faticoso – commenta il medico – che arriva dopo anni di sperimentazione, attese, speranze». Dai dati raccolti negli ultimi anni si rileva che al Burlo chi si sottopone a inseminazione intrauterina ha una possibilità di riuscita che oscilla tra il 10 e il 15% per tentativo. Per la fecondazione in vitro le possibilità variano tra il 20 e il 25%. Percentuali perfettamente in linea con quelle registrate a livello nazionale.

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