Quel debutto negli anni ’60 che portò presto ai successi nella mitica Coppa Trieste

Con il tempo lo sviluppo del settore giovanile 
U.sa.
BRUNI TRIESTE 29 10 08 PADRE GIORGIO
BRUNI TRIESTE 29 10 08 PADRE GIORGIO

la storia

Erano i primi anni ’60 quando, per la prima volta, nell’elenco delle società che partecipavano alla Coppa Trieste, all’epoca un torneo a 7 molto seguito e frequentato, comparve il nome dell’associazione dilettantistica sportiva di Montuzza. Il sodalizio fece ben presto parlare di sé. Già nel 1967 infatti la società neroverde conquistò il primo scudetto, chiudendo a più 12 sul Goliarda. Nel 1971 tale successo fu bissato, con la vittoria allo spareggio dopo i supplementari contro l’Acli Cologna. L’anno dopo, nuovo trionfo con cinque punti di vantaggio sull'Esperia. La passione per il calcio, all’ombra del castello di San Giusto, era tale che, qualche anno dopo, i giocatori a disposizione erano talmente tanti che un gruppo decise di fondare una nuova società, il Capitolino. Fra loro c’era anche il bomber Silvano Pergolis.

«Nel 1989 – raccontava tempo fa – mi chiesero di guidare dalla panchina la squadra del Montuzza, nonostante giocassi nel Capitolino. Accettai di buon grado e fummo promossi nella massima serie. Il bello di tutto ciò – ricordava – era che, anche se eravamo tesserati per due squadre diverse, eravamo tutti amici e anche dopo le battaglie dei derby ci fermavamo sempre a festeggiare, ovviamente nel nostro oratorio dei frati». Al contempo, sul campetto all’epoca in terra battuta di via Tommaso Grossi, cominciarono a fioccare le leve giovanili. I bambini del rione, ma non solo, perché c’era anche qualche genitore che trovava comodo portare il proprio figlioletto a tirare quattro calci in centro città, cominciarono a frequentare la scuola calcio del Montuzza.

Una tradizione che si è perpetrata fino ai giorni nostri. Il campo di Montuzza inoltre, per più di una decina d’anni, si è trasformato anche in una delle capitali cittadine del calcio amatoriale, ospitando due tornei: quello Veterani e un altro aperto a tutti, per giocatori non tesserati. Anima dell’oratorio era padre Giorgio, ed è grazie a lui se il campo oggi si propone con l’erba sintetica.—



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