«Quel feto era a rischio doveva nascere a Gorizia»

Il parere dei consulenti della parte offesa nel processo a un medico dell’ex Punto nascita: consigliò una gestante sofferente di recarsi da sola all’ospedale di Padova
Di Roberto Covaz
Bumbaca Gorizia 20.07.2014 Manifestazione Pro Punto Nascita Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 20.07.2014 Manifestazione Pro Punto Nascita Fotografia di Pierluigi Bumbaca

C’erano elementi a sufficienza (bradicardia) per ipotizzare una sofferenza del feto dovuta a distacco della placenta; c’era la descrizione dei dolori sofferti dalla gestante che lasciavano intuire il distacco della placenta; al di là di ogni protocollo burocratico i medici del Punto nascita di Gorizia dovevano procedere al taglio cesareo e poi, semmai, trasferire il neonato in una struttura specializzata. Soprattutto: il feto di 34 settimane, pur in presenza di una patologia cardiologica significativa e peraltro ampiamente diagnosticata, era in condizioni di sopravvivere all’atto della nascita.

Concetti pesanti come pietre quelli espressi ieri in Tribunale a Gorizia, davanti al giudice Comez, dal medico legale dell’istituto di anatomia patologica di Padova, Barbara Bonvincini, e dal ginecologo-ostetrico Giuseppe Giglietta, sentiti come consulenti della parte offesa nel processo per omissione di soccorso a carico di Carmelo Castello, difeso dall’avvocato Lippi.

Il cuoricino malato di Jacopo si era spento la sera di venerdì 7 settembre 2012. Jacopo era un bambino - feto in termini medici - di 33 settimane più sei giorni. Era nel grembo di mamma Anna Luisa. Quella sera la signora viaggiava nell'automobile guidata dal marito; a bordo c'era anche la prima figlia, sei anni, della coppia. Anna Luisa era preda di un forte dolore addominale. Stava cercando di arrivare in tempo all'Unità di Ostetricia e Ginecologia del centro gravidanze a rischio dell'Azienda ospedaliera di Padova. In questo centro specializzato di Padova avrebbe dovuto nascere Jacopo, solo pochi giorni dopo. L'appuntamento per il ricovero pre-parto era fissato da tempo. Quella gravidanza era ad alto rischio: sia per la patologia cardiaca di Jacopo che per un problema della mamma. Prima di partire per Padova, la signora Anna Luisa, nel pomeriggio di venerdì 7 settembre, si era recata all'ex Punto nascita di Gorizia su consiglio del suo ginecologo. Al Punto nascita Anna Luisa aveva esposto il suo problema al dottor Carmelo Castello, ginecologo di consolidata esperienza. Questi però l'aveva consigliata di raggiungere quanto prima il centro specializzato di Padova. Ma secondo la Procura della Repubblica di Gorizia (sostituto Valentina Bossi) Castello avrebbe dovuto agire diversamente. Avrebbe dovuto "provvedere al ricovero della donna" a Gorizia e a "prestarle le necessarie cure". Di qui l'accusa di omissione di soccorso.

I consulenti convocati dall’avvocato Laura Luzzatto Guerrini sono scesi nel dettaglio del caso. Lippi ha ricordato come Castello si sia attenuto ai protocolli in essere, all’epoca, al Punto nascita di Gorizia: non si poteva intervenire su feti al di sotto delle 34 settimane soprattutto se in presenza di gravi patologie. Ma Giglietta ha ribadito che un medico deve badare alla salute del feto e della gestante e, in presenza di un sospetto distacco di placenta, si deve intervenire con il cesareo. E se proprio i sanitari goriziani avessero deciso comunque il trasferimento in un centro specializzato il trasporto della gestante doveva essere fatto in ambulanza con a bordo anestesista e ostetrico. I periti della parte offesa hanno inoltre espresso stupore per il fatto che al Punto nascita di Gorizia non siano stati refertati gli esiti della visita cui è stata sottoposta la signora prima di essere invitata a raggiungere quanto prima Padova con propri mezzi.

L’avvocato Lippi si è soffermato sul valore dell’emoglobina della signora riscontrato dalle analisi del sangue effettuate all’ospedale di Gorizia. Un valore che, secondo Lippi, non era così basso da far sospettare un’emorragia interna, conseguenza del distacco della placenta. Di parere opposto i consulenti.

In apertura il giudice Comez (terzo ad occuparsi di questo processo) ha chiesto se era stata accertata la competenza del Tribunale di Gorizia a celebrare il processo. Perché il cuoricino di Jacopo ha smesso di battere in un punto imprecisato lungo la strada da Gorizia a Padova.

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