Quel ponte romano fatto diventare libro e quadro da Segatto

È stato presentato nei giorni scorsi, a Ronchi dei Legionari, il libro di Gianni Segatto “Il ponte romano di Ronchi e l’assedio di Aquileia. Il Carso con i suoi laghetti, toponimi antichi e aneddoti”. Fiorenzo Boscarol ha introdotto l’autore e il contenuto del volume che è stato redatto con la collaborazione della professoressa Magda Settomini e del professor Alfio Perco. Un libro che è anche una tela, un quadro realizzato dallo stesso Segatto e che testimonia la presenza di un ponte che, in epoca romana, attraversava l’Isonzo e si trovava dove, oggi, ci sono i resti della villa von Hinke. Lo storico Padre Ireneo della Croce li attribuì a un ponte romano che permetteva alla via consolare Aquileia-Trieste di superare l’antico alveo pedecarsico dell'Isonzo. Ma anche lo storico Erodiano, come ha citato lo stesso Perco, sottolineò la presenza del ponte, contraddicendo chi voleva confondere il sito con un immaginario acquedotto.

«Il quadro, così come il libro – ha detto Segatto – è nato da un’idea figurata nella mia mente che, sulla base di scritti di antichi storici, così come dagli studi più recenti che, tra gli altri, hanno visto protagonista anche il nostro Silvio Domini, mi hanno permesso di guardare al passato e di immaginare questo luogo molto caro ai ronchesi». A Ronchi dei Legionari, proprio nella zona tra la collinetta della villa von Hinke e il colle Zochet, nel 1680 vennero in luce casualmente cinque grossi pilastri.

Nel corso di circa due secoli furono ritrovati altri elementi del ponte: pietre squadrate pertinenti a pilastri e ad arcate, iscrizioni funerarie e sculture reimpiegate nei restauri antichi del ponte. Nel 1829 l’Imperial Gabinetto di Antichità di Vienna condusse un'indagine archeologica seria che permise di avere informazioni precise riguardo all’orientamento del ponte, alla sua lunghezza, alle testate, al numero e all’altezza delle arcate. (lu.pe.)