Quella visita a Trieste nel 1850 «Bella la grande piazza sul mare»

TRIESTE. Florence Nightingale nasce il 12 maggio 1820, a Firenze, da una ricca famiglia aristocratica inglese. Diventa una donna colta che a 24 anni, contro la volontà dei familiari, decide di dedicare la propria vita agli ammalati: all’epoca il lavoro di cura è stigmatizzato, svolto da donne non istruite e di bassa estrazione sociale. A 27 anni, nel 1847, intraprende un lungo viaggio dall’Egitto alla Germania. Fa tappa anche a Trieste - come racconta il video realizzato per la Giornata di oggi -, dove arriva provenendo da Corfù: ne rimane traccia nei suoi scritti.
«Siamo arrivati qui sani e salvi, miei cari, ancora una volta in Europa – scrive in una lettera alla famiglia, datata Trieste 25 giugno 1850 –; l’Oriente è lasciato alle spalle per sempre, e tra noi e lui un grande, calmo golfo. Oggi l’Europa ci accoglie con un freddo e umido abbraccio e un augurio di benvenuto pieno di lacrime, ma questa è l’Europa». Così invece i suoi diari: «Trieste, lunedì 24 giugno 1850. Hotel Nazionale, sbarcata a Trieste alle 3 del pomeriggio, 52 ore di navigazione da Corfù.
Martedì 25 giugno 1850. Una banda suona e la gente mangia gelato sulla grande piazza, così tranquillamente e con allegria con mogli e bambini, la borghesia tutta. Sono rimasta colpita positivamente dalla gente e dalla grande piazza (ora piazza Unità d’Italia, nda) affacciata sul mare». Il 26 giugno visita la grotta di Adelsberg (oggi Postumia, ndr) e la trova «meravigliosamente sublime». Il 30 giugno, da Vienna, scrive alla madre: «Siamo arrivati qui la notte scorsa dopo 4 giorni di viaggio da Trieste. Se qualcuno vuol sapere se dal treno il panorama era bello, beh, la visuale del golfo va bene, ma la collina verde e rigogliosa punteggiata di case bianche non potrebbe essere carina in alcun caso. Dalla cima della collina sopra Trieste c’è una bella vista sull’Adriatico».
Ma aneddoti a parte, Florence è ricordata innanzitutto come pioniera della professione infermieristica. Una volta in Germania, visita un ospedale per poveri gestito da religiose luterane, dove poco dopo si diploma infermiera. Nel 1853, grazie a una rendita donatale dal padre, avvia un ricovero per gentildonne malate, formando personalmente le sue assistenti. Nel frattempo scoppia la guerra di Crimea: nel 1854, su incarico del ministero della Difesa britannico, si reca al fronte capeggiando un corpo di infermiere addestrate e si mette a dirigere l’ospedale militare di Scutari.
Migliorandone le condizioni igieniche e applicando i principi della statistica, riesce a contenere il tasso di mortalità dovuto a malattie infettive come colera, tifo, dissenteria e scorbuto. Al rientro in patria è accolta come un’eroina. Con le 45.000 sterline avute in compenso, a Londra fonda la prima scuola per infermiere della storia, la Nightingale Training School, oggi parte del King’s College London. È il 1860: altre scuole seguiranno a ruota. Il suo libro “Notes on Nursing”, che distingue tra terapia e assistenza, è ritenuto tuttora valido.
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