Raccolta differenziata in ritardo, ma la Tarsu è fra le più salate d’Italia
Tassa media di 231 euro contro i 175 di Genova Barduzzi: la città si è adagiata sull’inceneritore

Trieste è in ritardo sulla raccolta differenziata dei rifiuti. A livello di percentuale sul totale delle immondizie prodotte, solo le province di Genova (14,2%) e Imperia (15%) hanno fatto peggio del 16,7 per cento triestino nel Nord Italia. Rispetto al capoluogo ligure, però, la tassa media che una famiglia si trova a dover pagare per lo smaltimento dei rifiuti urbani è più cara di 56 euro. A Trieste il dato del 2007 si attesta - secondo i dati forniti da «L’altro consumo» - a 231 euro mentre a Genova a 175. In provincia il costo del servizio è più alto anche di quelli di Roma, Milano, Torino, Bologna, Genova, Trento, Bolzano, Udine e Firenze. Una recente indagine della Uil, peraltro, aveva sottolineato già come Trieste si trovasse al secondo posto nella classifica delle città italiane con la Tarsu più onerosa.
LE RAGIONI
Presenza dell’inceneritore, assenza di un impianto di selezione e recupero materiali, niente lavoro porta a porta per il ritiro degli imballaggi dagli esercizi commerciali, poche campane per i materiali distribuite sul territorio e mancanza del passaggio dalla Tarsu alla Tia. Queste le cause del ritardo triestino sulla differenziata. «La città si è adagiata sulla presenza dell’inceneritore, che prima o poi raggiungerà un livello di saturazione - spiega l’assessore provinciale con delega all’Ambiente, Ondina Barduzzi -. Diventa fondamentale la creazione di un impianto come quello previsto dal Piano degli imballaggi recentemente approvato, con cui si produrrebbero in un anno 40mila tonnellate di differenziata. Potrebbe tranquillamente essere dato in gestione all’AcegasAps. Si creerebbe così un circolo virtuoso capace di far convivere i due impianti».
TIA
Un incentivo alla gente verso una maggiore ricerca della differenziazione nella raccolta rifiuti potrebbe darlo il passaggio dalla Tarsu (Tassa rifiuti solidi urbani) alla Tia (Tariffa di igiene ambientale). «Se il calcolo della Tarsu si basa sulla superficie dell’immobile di residenza - puntualizza la Barduzzi -, la Tia risulta invece più equa perché conteggia la reale produzione di rifiuti». Come? In primis, tenendo conto del numero di persone che compongono la famiglia. E poi «attraverso metodi come il conteggio dei sacchetti utilizzati e delle tessere magnetiche che registrano la quantità di rifiuti al momento del loro conferimento nei cassonetti», aggiunge la Barduzzi.
IL PROBLEMA
«Al Comune di Trieste non interessa cambiare perché con la Tarsu più alta rispetto al passato recupera il mancato incasso derivante dall’Ici, che sulla prima casa è stata abolita», afferma ancora la Barduzzi, «e non pare intenzionato a rinunciare anche agli introiti garantiti dall’inceneritore». A San Dorligo della Valle la Tia è entrata in vigore lo scorso 1° gennaio: nel 2007 la differenziata si era già attestata al 31,75 per cento, a fine agosto è volata al 38,31. «È il Comune di Trieste ad abbassare la percentuale della provincia», osserva la Barduzzi.
FUTURO
Tra crescita del ritiro imballaggi da supermercati ed altri esercizi, implementazione del servizio con 500 campane in più per vetro, plastica e lattine e carta in città al posto dei cassonetti tradizionali, «si aumenterà la differenziata del 7 per cento entro la fine del 2009», afferma Paolo Rovis, assessore comunale allo Sviluppo economico. Si arriverà così attorno al 24 per cento. Gorizia, che ha già adottato una politica più spinta in questa direzione, punta al 65 per cento nel 2012.
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