Raffica di truffe, in 26 rinviati a giudizio dal Gip

di Franco Femia
Hanno truffato diverse finanziarie, titolari di grandi magazzini, agenzie assicurazioni ed anche l’Inps. Un uomo è poi accusato di detenzione di materiale pedopornografico. Si tratta di 26 persone - quasi tutte residenti a Monfalcone anche se originarie di centri della Campania, ma c’è anche un triestino, un romanense e un paio di persone residenti in paesi della Bisiacaria - rinviate ieri a giudizio dal giudice delle indagini preliminari Paola Santangelo. Il processo è stato fissato per il prossimo 23 ottobre. Tutti i 26 imputati devono rispondere di truffa e tentata truffa. Alcuni sono anche anche di falso e ricettazione.
Si presentavano in alcuni negozi e grandi magazzini sia di Monfalcone na anche dell’isontino e della provincia di Udine per acquistare con dei finanziamenti auto, elettrodomestici, videocamere, televisori, computer e altra merce. Per ottenere il finanziamento presentavano documenti falsificati, tra cui carte d’identità intestate ad altre persone, a persone inesistenti o decedute. Non sempre il colpo riusciva perché in alcuni casi gli addetti alla vendita si accorgevano dell’imbroglio e bloccavano finanziamenti e cessione della merce avvertendo le forze dell’ordine. In alcuni casi, fiutata la mala parata, la merce non veniva neppure ritirata.
Nei confronti delle assicurazioni, secondo il capo di imputazione, la truffa consisteva nel chiedere una polizza presentando degli attestati falsi riportanti classi di assegnazioni o di rischio inferiori al fine di pagare in misura inferiore a quanto dovuto. Polizze che invece di 1700-2000 euro si riducevano fino a 200 euro.
In un caso il truffato è l’Inps di Monfalcone. Due delle imputate - Patrizia Castaldo e Angela Castaldi, difese dall’avvocato Giovanni Iacono - devono rispondere di non aver segnalato all’Inps il decesso di un fratello e di aver così continuato a incassato la pensione che veniva versata su un conto bancario di cui le due donne erano in possesso di una carta di prelevamento.
Il triestino Marino Lubis è accusato di aver truffato una agenzia di assicurazione pagando una polizza di gran lunga inferiore a quanto dovuto, 347 euro invece di 2.156. Della stessa imputazione deve rispondere Giuseppe Cian, residente a Romans, che ha pagata una polizza annuale di assicurazione Rca 236 euro anzichè una semestrale di 837.
Mirko Tripodo e Anna Riccio, autori della maggior parte delle truffe, devono rispondere anche di ricettazione di telefono cellulare, tessera Sky, videocamere, decoder Sky, lettori dvd, modem Alice e perfino di un estintore, tutti oggetti ritenuti di provenienza illecita. E Tripodo, già detenuto per altra causa al carcere di Padova, era riuscito - sempre secondo il capo di imputazione- a truffare una concessionaria d’auto monfalconese, acquistando un’Audi 3 usata ottenendo un finanziamento di 8mila euro presentando una carta di identità intestata ad altra persone.
Dell’imputazione di detenzione consapevole di materiale pedopornografico deve rispondere sempre Tripodo, difeso dall’avvocato Sabato Tufano del foro di Torre Annunziata. La polizia postale avrebbe trovato nel suo computer immagini di minori inequivocabilmente pornografico. E sarebbe da questo filone di indagine che gli inquirenti avrebbero poi smascherato le truffe e le tentate truffe messe in atto tra il 2006 e il 2007a Monfalcone, Gradisca d’Isonzo, Gorizia e Ronchi dei Legionari.
E proprio per il periodo trascorso dagli illeciti contestati alcuni capi di imputazione sono a rischio di prescrizione. Sarà comunque il dibattito processuale che, stando al lungo numero di capi di imputazione, alla complessità dell’inchiesta e alle diverse parti lese, occuperà diverse udienze. Dibattito nel quale i difensori cercheranno di demolire il quadro accusatorio emerso dall’indagine coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Valentina Bossi. Nutrita è la schiera degli avvocati tra i quali del foro di Gorizia Massimo Bruno, Nereo Battello, Marianna Basile, Elena De Luca.
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