Rapina in gioielleria, ferito il titolare

Due banditi a viso scoperto si sono presentati verso le 11 nel negozio di Galleria Rossoni. Fuggiti con un orologio
Di Piero Rauber
Silvano Trieste 02/09/2014 Rapina, Oreficeria Dante in Galleria Rossoni
Silvano Trieste 02/09/2014 Rapina, Oreficeria Dante in Galleria Rossoni

L’hanno colpito prima alla nuca, a tradimento, mentre era di spalle, con l’impugnatura della pistola che avevano con loro, una scacciacani abbandonata in seguito nel negozio. Eppoi, siccome non voleva desistere, l’hanno preso a pugni, intimandogli di lasciarli rubare. Alla fine se ne sono dovuti andare, vinti dalla resistenza e dalle urla del commerciante (che se l’è cavata con un taglio dietro la testa, una mascella gonfia, uno zigomo dolorante e una decina di giorni di prognosi, qualche livido e una scarica di adrenalina a livelli indicibili) con un bottino di un orologio da 1.800 euro, un Corum d’epoca. Poca cosa, a guardare la vetrina fatta di Rolex, Piaget, Daytona e Bulgari, rimasti fortunatamente tutti al loro posto. Tanto magro il bottino, insomma, quanto inquietante il fatto in sé: una violenta rapina a volto scoperto, alla luce del giorno, da parte di due giovani sui 25, 30 anni. È successo ieri, quand’erano appena passate le 11, a metà della Galleria Rossoni, che collega il frequentatissimo Corso Italia con la tranquilla retrostante via degli Artisti, dentro la gioielleria Dante.

L’assalto, come s’è detto, ha avuto come protagonisti due banditi senza scrupoli. Uno alto e magro con una giacca rossa, l’altro più basso e più robusto con una giacca scura, entrambi con un accento che poteva tradire forse una non precisata origine dell’Est, visti passare da diverse persone che si trovavano in quel momento nella galleria oltre che dal gestore del bar di fronte e dalla commerciante del negozio accanto. Due come tanti, da una prima occhiata. Una volta nel negozio, hanno chiesto a Furio Rizzardi, il gioielliere, di poter vedere degli orologi. Quando lui s’è girato dal bancone l’hanno raggiunto col calcio della scacciacani. L’hanno tramortito, ma non steso, come invece avrebbero voluto, per poter così razziare la vetrina dal di dentro e andarsene senza troppo rumore. Rizzardi s’è rialzato e ha cominciato a gridare, gli hanno sferrato dei pugni, lui s’è difeso, ha tentato di difendere la sua persona e il suo lavoro. Ha chiuso la porta, per tenerli in gabbia, pensando di aver fatto scattare pure il pulsante sotto il bancone collegato alla Questura, ma non era così. Le sue urla avevano però messo in allarme i suoi vicini di negozio. Sono stati loro, così come pure dei passanti, a telefonare al 113. Intanto il gioielliere dentro, tempestato di pugni e anche qualche calcio, ha deciso di aprire la porta per far sentire di più la sua voce che chiedeva aiuto. A quel punto i due banditi sono usciti e hanno guadagnato l’uscita dalla galleria sul retro, e da via degli Artisti se la sono data a gambe su per via Donota. Scomparsi nel nulla. Rizzardi, dopo un primo momento di confusione, ha cercato di inseguirli ma, di loro, s’erano già perse le tracce.

Sul posto sono intervenute un’ambulanza del 118, che ha prestato le prime cure alla vittima della rapina prima di portarla al Pronto soccorso, e le volanti della polizia, seguite da una squadra della Scientifica. Testimonianze, tracce e indizi sono ora in mano agli investigatori della Mobile. È caccia ai banditi violenti a volto scoperto.

@PierRaub

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