Redipuglia aperto a metà: uffici al lavoro, museo chiuso

FOGLIANO REDIPUGLIA. Museo chiuso, ma uffici aperti. Il turno di riposo è il turno di riposo, ma è anche l’ennesima contraddizione del Sacrario militare di Redipuglia. Appurato che di domenica e nei giorni festivi le sale espositive di Casa Terza Armata rimangono inaccessibili al pubblico perché manca il personale necessario a svolgere il servizio di sorveglianza, a questo punto non si capisce perché al lunedì, con i dipendenti del Commissariato generale per le onoranze ai caduti in guerra presenti, le porte debbano rimanere comunque sprangate.
O tutto, o niente. Se il museo è chiuso, tanto varrebbe lasciare a casa i custodi dell’area sacra. Così, magari, potrebbero recuperare quelle ore nelle giornate con il maggior afflusso di turisti. In questo caso, la via di mezzo scontenta tutti: i visitatori per primi. Ma anche i dipendenti di Onorcaduti potrebbero trarne vantaggio: con il lavoro domenicale e con quello festivo, avrebbero delle buste paga più sostanziose.
Il lunedì è un giorno lavorativo e dunque il flusso di turisti è minimo, ma, come dimostrano le presenze di ieri, l’affluenza c’è. Nonostante il maltempo, in mattinata, oltre ad alcune famiglie, sul piazzale si è materializzato un gruppo di pellegrini che, di ritorno da Medjugorje, ha deciso di far tappa al Sacrario per rendere omaggio ai caduti della Prima guerra mondiale. La sosta non sembra essere inconsueta, da quanto spiegato, oltre ad offrire l’opportunità di scoprire la nostra storia e a pregare per i morti, serve a far riposare gli autisti dei pullman. Vedere però le finestre degli uffici al primo piano di Casa Terza Armata spalancate e la porta del museo chiusa fa storcere il naso a qualcuno che in questo modo si sente preso in giro.
L’indice è puntato contro il “sistema”, non contro i singoli che, in alcuni casi, comprendendo la situazione, si mettono una mano sulla coscienza ed eseguono lavori anche in forma volontaria. La cappella militare presente sotto le tre croci di Redipuglia ne è un esempio. Inaugurata il 13 settembre 1938, per 75 anni è rimasta in balia di sé stessa. Il fumo delle candele l’aveva annerita poi è stata restaurata facendo affidamento da un lato su un contributo della Banca Friuladria e di amici benefattori, dall’altro sull’opera prestata fuori dall’orario di servizio dai militari. Ma il turno di riposo, è il turno di riposo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo