Redipuglia chiude le porte ai turisti

REDIPUGLIA
Sono tornati i turisti al Sacrario di Redipuglia. Domenica, giornata di sole quasi primaverile, gli esercenti delle trattorie e dei bar li hanno guardati stupiti e fiduciosi arrampicarsi, con telecamere e macchine fotografiche appese al collo, fino in cima ai 22 gradoni.
Per poi vederli però rimanere delusi dalla chiusura del museo, che aprirà nei giorni festivi solo a partire da aprile, con l’entrata in vigore dell’orario estivo. E pazienza se i tanti visitatori, molti dei quali provenienti anche dalla Toscana e con bambini piccoli al seguito, non hanno potuto immergersi a pieno nella storia del monumento che resta tra i più visitati della regione, con oltre 200mila presenze all’anno.
Il Sacrario militare di Redipuglia è infatti il più grande in Italia e uno dei più imponenti nel mondo: realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni alle pendici del Monte Sei busi, venne inaugurato nel 1938 e da allora custodisce le salme di oltre 100mila caduti della Grande Guerra. Dunque se l’ininterrotto flusso di turisti, dediti al culto della memoria rappresenta senz’ altro un’iniezione di ottimismo, in un territorio che inizia concretamente ad avvertire i segnali della crisi occupazionale, l’assenza di un potenziamento dei servizi, come peraltro da tempo richiesto dal sindaco di Fogliano Redipuglia Antonio Calligaris, appare come un evidente autogol. E fa ora anche scoppiare la polemica a livello istituzionale, con il consigliere regionale Enore Picco (Lega Nord) che apostrofa l’attuale situazione come vergognosa. «Sì - dice - è proprio una vergogna che in questi momenti di grossa crisi ci si nasconda dietro regolamenti militari per continuare a non fare nulla di positivo per un così importante sito e si perseveri nel non comprendere il grande valore morale del monumento. Potrebbe costituire una grande risorsa per un comune piccolo come Fogliano». Picco, ex sindaco di Bordano, divenuto famoso per le sue farfalle, rincara la dose: «Se è andata bene con le farfalle, figuriamoci cosa si potrebbe fare con un monumento così importante! Non parlo di business speculativo, bensì di un sito che potrebbe essere collegato in rete ad altre strutture, come il Museo di Timau, valorizzando il turismo della memoria e nello stesso tempo legandolo al fascino, a dire poco unico, delle nostre terre».
Per Picco, bisogna «far partire al più presto questa opportunità di lavoro. La Regione – conclude – è assente e lo è pure il presidente della Provincia, che parla molto ma non ha ancora avuto il coraggio di prendere il mano la situazione». Chi non se ne è rimasto fermo è il sindaco Calligaris: grazie all’accordo con Onorcaduti, gestore del monumento, sta almeno cercando di far passare il parcheggio antistante il Sacrario sotto il Demanio civile (ora è di competenza del Demanio militare), per farsene poi carico come Ente locale. «L’unica soluzione – osserva – è creare una fondazione con Regione, Provincia e Comune, di modo che queste si accollino gli interventi di ripristino e il potenziamento dei servizi, introducendo un ticket. Non, si badi bene, per il Sacrario ma per visitare le strutture museali».
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