Regione, avviati i referendum contro i vitalizi e le indennità di fine mandato
Sono state consegnate più di mille firme per ogni quesito, ne occorrevano cinquecento. Il presidente del Consiglio regionale, Edouard Ballaman ne ha dato comunicazione formale al presidente della Regione Renzo Tondo

TRIESTE
Servivano 500 firme per ogni quesito, ne sono state raccolte circa 1100 per ciascuno. Gli annunciati referendum contro i vitalizi e le indennità di fine mandato per consiglieri e assessori regionali sono stati presentati ufficialmente ieri dal comitato promotore al presidente del Consiglio regionale, Edouard Ballaman il quale, come primo adempimento, ne ha dato comunicazione formale al presidente della Regione Renzo Tondo. Il comitato, otto persone capitanate dal consiglieri comunale udinese Gianni Ortis, è stato ricevuto da Ballaman alle 11 nella sede triestina del Consiglio regionale. Come noto, quattro sono i quesiti presentati che mirano a cancellare l’assegno vitalizio ai consiglieri e agli assessori regionali così come l’indennità di fine mandato, la buonuscita che ogni rappresentante in Regione si porta a casa una volta chiusa l’esperienza istituzionale e che vale circa 50 mila euro per ogni mandato. Ora l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale deciderà entro 30 giorni l'ammissibilità delle proposte. Se non lo farà all'unanimità, la decisione spetterà all'Aula nella prima seduta successiva alla decisione dell'Ufficio di presidenza, con voto a maggioranza. In caso di via libera, i promotori avranno 5 mesi per raccogliere 30.000 firme per ogni proposta di referendum e presentarle al Consiglio regionale.
Vi sarà quindi un controllo formale delle firme che ne accerterà la regolarità e, se verrà superata anche questa fase, sarà il presidente della Regione a indire i referendum abrogativi richiesti. Se si arriverà ai referendum, quindi, questi si terranno verosimilmente nella primavera del 2011. I promotori dei referendum sanno bene che il clima all’interno dell’emiciclo di piazza Oberdan non è particolarmente favorevole ma promettono già battaglia, sotto forma di ricorso al Tar, nel caso venisse dichiarata l’inammissibilità dei quesiti. «Se ce ne sarà bisogno, porteremo avanti questa battaglia fino in fondo. – ha spiegato Ortis – Siamo convinti che questa è un’iniziativa giusta che intende garantire regole uguali per tutti per tenere alto il senso di legalità nelle istituzioni». Nel corso di una conferenza stampa tenuta dal comitato promotore dopo la presentazione ufficiale dei quattro referendum, è stato ricordato come l’erogazione dei vitalizi costi annualmente circa 8 milioni di euro mentre le indennità di fine mandato ammontano, ogni cinque anni, a circa 2 milioni di euro. Quanto allo ”scudo” sui vitalizi che deriverebbe dal fatto che il beneficio è previsto da una legge statutaria, Ortis non esclude che «possa bloccare il referendum» ma nel contempo lancia la sfida ai partiti affermando «nulla impedisce al Consiglio di intervenire con una legge per modificare la situazione». Il presidente Ballaman non si sbilancia sul prosieguo dell’iter procedurale per la dichiarazione di ammissibilità dei quesiti anche se, relativamente ai pareri contrari all’ammissibilità dei referendum dei costituzionalisti Piero Alberto Capotosti e Mario Bertolissi (pareri chiesti da Pd e Pdl), afferma che «due costituzionalisti di questo spessore difficilmente danno un parere in base a chi glieli chiede».
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