Resistenza, al lavoro per il museo

Palmanova: entro l’anno il progetto per l’ex Piave, l’appalto per i lavori nel 2019

PALMANOVA. Il 2018 sarà l’anno dell’ultimazione della progettazione, mentre nel 2019 l’opera dovrebbe andare in appalto. Sono questi i tempi auspicati dall’Amministrazione comunale di Palmanova per realizzare, negli spazi della caserma Piave, il “Museo della Resistenza del Friuli Venezia Giulia”. La sede costituisce già di per sé un importante motivo di interesse. Alla Piave dal settembre 1944 all’aprile 1945 fu organizzato un centro di repressione antipartigiana. Qui quasi 500 persone trovarono la morte e altre 700 persone si stima siano state imprigionate e torturate. Le celle sono ben conservate: pochi metri quadrati, sulle cui nude pareti si possono ancora leggere frasi, nomi, date, appelli alla pace. “Vivendo con gli uomini ho amato gli animali…” si legge sull’intonaco. E ancora, in friulano, “nessun vores jessi in chest moment”. Al momento è pronto il progetto preliminare.

Fa il punto della situazione l’assessore alla cultura e vicesindaco Adriana Danielis: «Circa 215. 000 euro provenienti dalla Regione e 15. 000 dalla Provincia già ci sono. Stiamo tuttavia valutando di investire ulteriori fondi per comprendere nell’opera un’altra stanza con il vantaggio di ampliare gli spazi e disporre di uno sbocco sul retro dell’edificio. Il 2018 dovrebbe vedere il completamento dell’iter progettuale con la predisposizione del definitivo e dell’esecutivo».

Se l’edificio stesso con le sue celle, le porte in legno con lo spioncino, le scritte costituisce una presenza materiale preziosissima di quanto avvenne qui negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, il Comune sta anche studiando come integrare tale testimonianza con altri documenti, oggetti, materiali didattici, pannelli informativi, testi. La realizzazione a Palmanova di questo Museo è stata appoggiata dai comuni della Bassa e non solo, dalla Provincia e dalla Regione. I rapporti sono inoltre molto stretti sia con l’Anpi che con l’Istituto friulano per la Storia del Movimento di liberazione. «L’intenzione – annuncia Danielis – è quella di istituire a breve una Commissione museale della quale facciano parte storici, esperti del settore, esponenti della società civile, associazioni e altre istituzioni».

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