Rette non pagate a Gorizia, 169 famiglie nel mirino

Cresce a dismisura il numero di famiglie morose che non hanno pagato il servizio-mensa scolastico, le rette del centro Lenassi, delle scuole dell’infanzia, degli asili nido. E il Comune adisce alle vie legali.
Numeri
in crescita
Dalla fine del 2010 all’agosto 2012, il Comune ha individuato 169 casi concernenti debiti nei confronti dell’ente: debiti che si possono quantificare in 100mila euro complessivi. L’avvocatura comunale ha provveduto, in prima battuta, a sollecitare gli interessati a provvedere al pagamento di quanto dovuto, dopo che le richieste inviate a i Servizi educativi erano state ignorate, avvertendo che «in caso di inottemperanza» si sarebbe fatto ricorso alle vie legali, con notevole aggravio di spese a carico dei debitori. Nei casi in cui le raccomandate non sono state ritirate dai destinatari, le stesse sono state reinviate tramite posta semplice. A seguito di quest’azione è stato possibile ottenere spontaneamente il ripianamento completo di 51 posizioni debitorie (oltre ad alcuni pagamenti rateizzati), rispetto al complesso delle segnalazioni pervenute sino ad ora. Negli altri casi si è evidenziata una «trasparente volontà» di non onorare i propri impegni, mentre altre situazioni hanno presentato oggettive e gravi difficoltà (se non impossibilità) di recupero dei crediti vantati dall’ente, e dunque saranno archiviate.
Guerra
ai morosi
La “guerra” ai morosi è partita già a settembre: sono state 12 le famiglie entrate nel mirino. Complessivamentente non avevano pagato rette e tariffe per quasi 9mila euro (8.917,78 euro per essere precisi). In questi giorni, la giunta ha approvato una nuova delibera che riguarda altre 10 posizioni debitorie per una cifra che si avvicina a quella del settembre scorso. Siamo, dunque, a quota 18mila euro ma i crediti complessivi si avvicinerebbero, come detto, ai 100mila euro.
L’amministrazione comunale ha incaricato della rappresentanza e della difesa dell’ente l’avvocato comunale Stefano Piccoli: è lui a dover procedere in giudizio per il recupero dei crediti. In questa seconda tranche, ad essere interessate sono il nido d’infanzia di via Fabiani, la scuola materna di via Lasciac e quella di via Gramsci, il centro educativo Lenassi, la scuola dell’infanzia di via Garzarolli, la scuola primaria (elementare) Pecorini, la scuola dell’infanzia di via Forte del Bosco.
Le parole
dell’assessore
«Andremo avanti con quest’azione ma cum grano salis, evitando di recitare la parte dell’Equitalia di turno. Cosa intendo dire? I crediti vanno recuperati ma con la testa - spiega l’assessore comunale al Bilancio, Guido Germano Pettarin -. C’è, infatti, una gradualità: prima di tutto, vengono messe in campo tutte le strategie di sollecito non contenzioso. Quando constatiamo che questi avvisi non vanno a buon fine e le famiglie continuano a non pagare, andiamo a verificare le capacità reddittuali dei soggetti debitori. Se ci sono casi acclarati di povertà, l’iniziativa finisce lì. Se invece constatiamo che il soggetto ha la capacità economica di saldare i debiti, scatta l’azione legale».
Conclude Pettarin: «Lo facciamo anche per un sentimento di giustizia nei confronti di chi si toglie il pane di bocca pur di non avere debiti. E ci sono molti casi a Gorizia».
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