Riapre il Faro della Vittoria È subito boom di visitatori

Boom di visite al Faro della Vittoria nel suo primo giorno di riapertura che segna l’avvio della stagione turistica, per la prima volta sotto l’egida della Regione. Alle 13 di ieri, in sole tre ore, il monumento nazionale era già stato visitato da 80 persone. E nonostante le condizioni meteo siano peggiorate nel pomeriggio, il flusso turistico ha avuto un andamento crescente per l’intera giornata. Tant’è che alle 19 gli uffici regionali avevano registrato complessivamente 267 avventori.
Parte dunque sotto i migliori auspici la gestione regionale del monumento, che ha sostituito quella provinciale a seguito dell’abolizione dell’ente. In questa prospettiva, lo scorso 31 marzo la Regione ha sottoscritto una convenzione con l’Erpac (l’Ente regionale per il patrimonio culturale) e la Marina militare, che ha permesso di introdurre alcune novità nell’ottica di ampliarne la fruibilità a un numero sempre maggiore di visitatori.
Le ha illustrate l’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, che voluto salutare i primi visitatori: «Abbiamo ampliato l’orario di apertura anche alla mattina, dalle 10 alle 13, mantenendo, sempre a ingresso libero, le visite pomeridiane dalle 15 alle 19. Inoltre, la gestione regionale viene allargata anche al parco circostante, con la possibilità di integrare l'offerta culturale e turistica con percorsi e manifestazioni». Ai sensi della convenzione, sono state anche introdotte alcune aperture straordinarie (orario continuato 10-19) per le festività pasquali (oggi e domani), il 25 aprile, il primo maggio, il 2 giugno e il 15 agosto. In occasione della Barcolana, il Faro resterà aperto il secondo sabato e la seconda domenica di ottobre, dalle 9.30 alle 17.30.
«Sono state poi garantite visite guidate che possono essere prenotate via email (farodellavittoria@regione.fvg.it)» aggiunge il personale della cooperativa La Collina impiegato nella fase di accompagnamento dei visitatori, che, per motivi di sicurezza, possono entrare a gruppi di 10 ogni 15 minuti.
Insomma, gli sforzi sono tutti tesi a far diventare il Faro uno dei punti di riferimento del pacchetto turistico e culturale della regione, oltre che della città di Trieste. Anche perché il monumento inaugurato nel 1927 risulta ancora poco conosciuto. Lo dimostrano i primi visitatori che, ieri mattina, hanno ammesso in larga maggioranza di non esserci mai entrati prima.
«Siamo di Trieste ma né io, né mia moglie né mio figlio ci eravamo mai stati prima - dice Michele Pavan - ed è un peccato che piova perché il paesaggio non si vede così bene, ma la tentazione era forte e così siamo venuti lo stesso».
Stefania Colucci ci aveva già provato durante la Barcolana, ma le lunghe code l’avevano fatta desistere: «Così oggi (ieri, ndr), sapendo che avrebbe aperto per la prima volta, abbiamo deciso di cogliere l’occasione al volo».
Con lei la sorella Patrizia, che “benedice” il maltempo: «Con il sole saremmo sicuramente rimasti a Barcola, invece, visto che piove, abbiamo deciso di cambiare meta e venire fin qui». È la prima volta al Faro anche per il triestino Luca Delbello, in visita con tutta la sua famiglia: «La vigilia di Pasqua non poteva che essere occasione più azzeccata». È la prima visita anche per il 19enne Gianmarco Tortora, venuto da Vicenza insieme agli zii: hanno inserito il Faro fra le mete del loro tour, subito dopo San Giusto e Miramare.
C’era passato spesso ma l’aveva sempre trovato chiuso anche il professor Giovanni Fraziano, già preside di Architettura, in visita con il figlio Antonio: «Abbiamo saputo che avrebbe aperto oggi e ne abbiamo approfittato. È un posto bellissimo, come tanti altri a Trieste che sono ancora poco conosciuti e poco frequentati». In coda col numero in mano anche diversi gruppi di tedeschi, fra cui Quirino Zink, in vacanza con la moglie per il periodo Pasquale.
Alla fine l’unico intervistato ad essere già stato al Faro un’altra volta è Roberto Todde: «Un posto magnifico che merita di essere valorizzato. Come sarà la nuova gestione? È presto per dirlo, aspettiamo che passi un po’ di tempo prima di pronunciarci...». Alto 68 metri, dotato di ascensore e 250 gradini a chiocciola, il Faro della Vittoria si contraddistingue anche per la lanterna collocata a 115 metri sopra il livello del mare, che compie un giro intorno all'asse in 30 secondi, sprigionando una luminosità di circa un milione e duecentomila candele con una portata media di quasi 30 miglia. Un’opera imponente che adempie a due principali funzioni: commemorare i marinai caduti nella Prima guerra mondiale e fare da guida alla navigazione notturna nel Golfo di Trieste.
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