Richiamo del Patriarca di Venezia a una fede “vissuta”

Cattedrale di San Giusto stipata di fedeli mercoledì sera per il primo del ciclo di incontri della Cattedra di San Giusto per la Quaresima 2013. Sul pulpito il Patriarca di Venezia, monsignor...
Silvano Trieste 20/02/2013 Cattedra di San Giusto, con, mons. Francesco Moraglia
Silvano Trieste 20/02/2013 Cattedra di San Giusto, con, mons. Francesco Moraglia

Cattedrale di San Giusto stipata di fedeli mercoledì sera per il primo del ciclo di incontri della Cattedra di San Giusto per la Quaresima 2013. Sul pulpito il Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, che ha aperto l’ormai usuale appuntamento con una conferenza dal titolo “Io credo, noi crediamo”. Un richiamo forte, il suo, alla Fede, molto seguito dai fedeli presenti in chiesa.

«Il tema della riflessione sulla fede – ha spiegato monsignor Crepaldi, vescovo di Trieste - è al centro del V Sinodo (l'assemblea consultiva convocata dal vescovo allo scopo di gettare le linee guida della chiesa triestina per i prossimi anni, ndr) e sarà centrale anche in questo ciclo di incontri, che avranno come protagonisti guide illuminate come appunto il Patriarca di Venezia, il Patriarca di Gerusalemme, Mons. Fouad Twal, che illustrerà il rapporto tra fede e pace, e un monaco di Taizé, Frère John, che parlerà della fede e del senso del vivere oggigiorno ai giovani».

Ad arricchire il programma sarà l’esecuzione, il 27 febbraio, dello Stabat Mater di Luigi Boccherini, nell’interpretazione di un quintetto d’archi e soprano della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste.

Nel suo discorso, monsignor Moraglia si è a lungo soffermato sull’esperienza diretta della fede, che va vissuta anziché raccontata: «Gesù invita e coinvolge. Alla domanda “Rabbì, dove dimori?”, Gesù risponde “Venite e vedrete”. Gesù non risponde alla domanda ma, piuttosto, coinvolge i suoi interlocutori proponendo loro un’esperienza di vita».

E sull’importanza della fede come atto comunitario il Patriarca di Venezia ha sottolineato: «Certo, la fede è e rimane atto personale ma, insieme, è un atto che strutturalmente ci lega gli uni agli altri». E ancora: «La fede con cui accogliamo la salvezza che ci viene offerta da Dio, come possibilità gratuitamente data, chiede di essere vissuta in una comunità».

Il Patriarca ha ribadito il ruolo fondamentale della Chiesa e della tradizione apostolica, citando il teologo veronese Romano Guardini: «Esiste una collettività religiosa, ma non come una semplice somma di individui singoli chiusi in se stessi, bensì come una realtà che trascende i singoli: la Chiesa».

Monsignor Francesco Moraglia ha concluso il suo intervento molto seguito in Cattedrale con una citazione di Benedetto XVI: «La Chiesa esiste per farci vedere Cristo e udire il vangelo».

Giulia Basso

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