Riconversione della Cartiera Burgo nega i documenti

Purtroppo le vertenze difficili non sono mancate nel tessuto produttivo friulo-giuliano negli ultimi anni. Da Electrolux a Ferriera le pubbliche istituzioni sono state costrette a inventarsi nuovi...

Purtroppo le vertenze difficili non sono mancate nel tessuto produttivo friulo-giuliano negli ultimi anni. Da Electrolux a Ferriera le pubbliche istituzioni sono state costrette a inventarsi nuovi percorsi di supporto. Ma il caso Burgo, con la chiusura della linea 2 e il licenziamento di 153 dipendenti nello stabilimento di Duino, presenta un’inquietante particolarità: non solo l’azienda cartaria non spiega e non comunica, finora si è persino rifiutata di trasmettere il piano industriale al presidente del Fvg Serracchiani, al vice Bolzonello, agli uffici dell’amministrazione. A fronte dell’impossibilità di avere punti di riferimento documentali sui quali costruire un’alternativa, riesce arduo valutare un eventuale intervento. Serracchiani non esclude di finanziare la riconversione della linea che produce quel “patinatino” a uso di un’industria editoriale ormai esangue. Pensa a qualche tipologia di carta speciale, simile a quella sfornata a Tolmezzo, l’altro stabilimento Burgo in Fvg. Ma come fa il governatore a misurare la portata d’intervento se il gruppo non esplicita volontà e programmi? Soprattutto: se l’azienda non riscontra le proposte della Regione per mantenere la fabbrica su accettabili livelli di occupazione e produzione, se Burgo vuole comunque la Cartiera operante su una sola linea, se quasi tutti (eccettuato il gruppo) gli attori concordano sull’impossibilità di sopravvivenza dello stabilimento qualora limitato a una sola linea, allora è lecito ritenere che alla Burgo non interessa un supporto pubblico a sollievo della prospettiva industriale del sito? Ovvero che il gruppo non punta a un rilancio ma a chiuderlo definitivamente? È il problema di fondo che anima l’aspra vertenza. Martedì prossimo si valuterà al Mise se Burgo cambierà atteggiamento.

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