Rifiuti in fiamme a Muggia: pompieri ancora in azione

Rinforzi in arrivo da Udine. L'operazione di spegnimento dell’incendio divampato nel centro di compostaggio si è rivelata più difficile del previsto

MUGGIA. È proseguito senza sosta, anche nella giornata di ieri, il lavoro dei Vigili del fuoco che dalle 22.30 di sabato scorso stanno tentando di domare nel territorio di Muggia l’incendio divampato nel centro di compostaggio gestito dalla “Verde Noghere” – azienda che si occupa di trattamento dei rifiuti verdi quali sfalci, potature, abbattimenti e della vendita del derivato compost –, il cui spegnimento si sta rivelando più ostico del previsto.

Gli sfalci e le ramaglie accatastati, da cui si dipanano in vari punti rivoli di fumo biancastro, che in realtà è vapore acqueo dovuto al contatto dei vegetali combusti con l’acqua sparata da ore da varie maniche posizionate dai Vigili del fuoco intorno agli stessi cumuli di materiale, sono certamente soggette a facile combustione.

Ma, come ha evidenziato Matteo Quarantotto, amministratore delegato di Verde Noghere, «in questi sei anni che operiamo in questa struttura non è mai successa una cosa del genere, neanche in estate con il vento, in condizioni climatiche che sono certamente più favorevoli al processo di autocombustione. Se poi teniamo conto del fatto che nei giorni scorsi ha piovuto spesso, non riesco a capacitarmi di come possa essere successo».

Il dubbio che la causa sia riconducibile a un atto doloso, quindi, si fa sempre più strada. Anche se il problema resta la mancanza di una qualsiasi prova che avvalori anche la più remota tesi che a scatenare le fiamme nel centro di compostaggio sia stato un atto doloso, magari causato da un mozzicone di sigaretta lanciato oltre la recinzione, oppure un atto vandalico come ce ne sono già stati nel territorio muggesano nel corso di quest’anno.

A un superficiale sopralluogo nell’area, verificando il posizionamento delle telecamere installate negli insediamenti confinanti e dirimpettai al centro di compostaggio, pare non ci siano “occhi” che possano aver ripreso nella direzione dell’incendio. «Noi – ha detto Quarantotto – non abbiamo telecamere, anche perché mai avrei immaginato di imbattermi in una cosa del genere».

Certo è che ci vorrà ancora del tempo prima di riposizionare le maniche nei mezzi dei Vigili del fuoco (raggiunti ieri dai colleghi di Udine specializzati nella movimentazione dei terreni). Dopo di che sarà la volta della conta dei danni: «Per adesso – ha constatato il titolare dell’azienda – non sappiamo cosa aspettarci: so con certezza che ci sarà tanto da fare, come, ad esempio, rimettere in sesto la recinzione che si è dovuto giocoforza sfondare in alcune parti, risistemare le strade interne e pensare cosa fare del materiale bruciato. Non posso quantificare ora come ora il danno economico. Per fortuna tutti i macchinari sono salvi. Adesso la cosa più importante è che l’incendio si spenga del tutto». 


 

Argomenti:ambiente

Riproduzione riservata © Il Piccolo