Rifiuti speciali, caccia ai fornitori

Si allarga l’indagine dei carabinieri, sospetti che le scorie arrivassero da Udine e dalla Slovenia
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 25.02.2016 Capannone sequestrato Lucinico © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 25.02.2016 Capannone sequestrato Lucinico © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Le indagini non sono affatto chiuse». Lo afferma con chiarezza il maggiore Pasquale Starace che guida il Nucleo investigativo dei carabinieri di Gorizia. Nei prossimi giorni ci saranno nuove puntate riguardo al presunto traffico di rifiuti speciali anche pericolosi diretti in Africa.

I carabinieri, infatti, stanno dando la caccia ai soggetti che «conferivano questi rifiuti nel capannone di Lucinico - specifica Starace -. Anzi, questa è probabilmente la parte più importante dell’indagine». Insomma, il vero obiettivo è identificare, prima di tutto, gli autotrasportatori che “movimentavano” il famoso container, per poi individuare le teste pensanti del traffico illecito. «Le indagini si stanno sviluppando su tutto il territorio regionale e anche nella vicina Slovenia», sottolinea il maggiore che, in questa fase, non vuole e non può aggiungere altro.

La sensazione sin troppo nitida è che provengano in buona parte da aziende friulane e in particolare dell’hinterland udinese ma anche dalla Slovenia i rifiuti che, nei giorni scorsi, i carabinieri del Nucleo investigativo di Gorizia hanno trovato in un vecchio e degradato capannone industriale. La struttura, che si trova a Lucinico, veniva utilizzata come centro di stoccaggio abusivo di immondizie. E allo scalo portuale di Genova-Voltri c’era pure un container zeppo di rifiuti (anche pericolosi) in attesa essere spedito in Camerun.

«Fra i rifiuti rinvenuti ce ne sono molti relativi ad apparecchiature elettriche ed elettroniche o semplicemente rifiuti elettronici (talvolta citati anche semplicemente con l’acronimo Raee). Si tratta - spiega Starace - di scarti di tipo particolare: i principali problemi derivanti da questo tipo di rifiuti sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l’ambiente e la non biodegradabilità di tali apparecchi. Anche l’olio esausto e gli pneumatici usurati sono un rifiuti speciale.

Peraltro, a confermare che a Lucinico c’era un vero e proprio “centro di stoccaggio” di questi scarti, interviene una puntuale e precisa relazione dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Gorizia».

All’interno del container c’erano due vetture radiate praticamente intere, parti di altre auto e circa 300 pneumatici usati. «Relativamente agli pneumatici sono state rinvenute delle fatture slovene che servivano probabilmente per sviare i controlli. Le gomme sarebbero state acquistate a un prezzo talmente irrisorio (50 centesimi l’una) da alimentare giustificati sospetti. Tutti gli altri materiali non erano accompagnati, invece, da alcun incartamento che ne giustificasse la provenienza», aveva spiegato nei giorni scorsi Starace.

I carabinieri sono stati coadiuvati dai Nuclei operativi ecologici (Noe) di Udine e Genova e dall’Agenzia delle Dogane di Gorizia e di Genova.

I due denunciati (un goriziano, classe 1941, di cui non sono state fornite le generalità, e un camerunense, classe 1982) vengono considerati solamente una parte di un meccanismo ben più grande e oliato.

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